bok 1607580111 by Unknown

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autore:Unknown
Format: epub


45. Guerra di Gordiano

Dopo che in Roma i disordini interni furono in certo modo sedati e Gordiano III, quasi ancora fanciullo, protetto dal comandante di Roma e poi dal suocero Furio Timesiteo, poté regnare senza contrasto su tutto l’Impero, venne solennemente dichiarata guerra ai Persiani, e nel 242 un grosso esercito romano, condotto direttamente dall’imperatore (o meglio dal suocero) invase la Mesopotamia.

La guerra ebbe pieno successo; Carrhae fu ripresa; presso Resaina, tra Carrhae e Nisibis, l’esercito del re persiano Shahpuhr ο Sapor (che regnò dal 241 al 272), da poco succeduto al padre Ardashir, fu sconfitto; e in seguito a tale vittoria anche Nisibis fu occupata. Tutta la Mesopotamia fu riconquistata; venne deciso di tornare all’Eufrate e di là, lungo il fiume, marciare contro la capitale nemica Ctesifonte.

Timesiteo malauguratamente morì e il suo successore Marco Giulio Filippo, arabo di sangue (originario della Trachonitis) approfittò dell’occasione per levar di mezzo il giovane sovrano. Quando l’esercito ebbe compiuta la marcia attraverso la vallata del Chaboras, verso l’Eufrate, i soldati non trovarono a Circesium, alla confluenza del Chaboras nell’Eufrate, gli attesi viveri e le provvigioni e ne diedero la colpa all’imperatore. Si dice che questa fosse una manovra ordita da Filippo.

Tuttavia la marcia verso Ctesifonte fu cominciata; ma già alla prima stazione presso Zaitha, pretoriani ribelli uccisero l’imperatore (primavera ο estate del 244) e proclamarono imperatore in sua vece il loro comandante Filippo, che è passato alla storia come Filippo l’Arabo.

Il nuovo sovrano fece ciò che i soldati ο almeno i pretoriani desideravano: non solamente abbandonò il progetto di spedizione contro Ctesifonte, ma ricondusse immediatamente le milizie in Italia. Ciò gli fu permesso dal nemico sconfitto grazie alla cessione della Mesopotamia e dell’Armenia, quindi dei confini dell’Eufrate. Ma questa pace suscitò tale irritazione, che l’imperatore non osò attuarla e lasciò nelle province cedute i presidi romani.83

Quale fosse allora la scarsa potenza dei Persiani è dimostrato dal fatto che essi sopportarono almeno temporaneamente la presenza di tali presidi. Perciò non furono gli orientali, ma i Goti, la pestilenza che imperversò per quindici anni, e la discordia dei capi militari che si contrastavano la corona, a spezzare l’ultima forza dell’Impero.



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