bok 1611633830 by Unknown

bok 1611633830 by Unknown

autore:Unknown
Format: epub
pubblicato: 2019-10-18T16:00:00+00:00


Vive la France

Se tutto ha tre stati d’aggregazione, perché i giorni no? Può forse il tempo congelare ed evaporare? Il caos comunque vada produce qualche effetto sulla data. Infatti non si sa come ma nella confusione dell’ultimo capitolo abbiamo perso un giorno. Si è volatilizzato come un gas. È caduto in mare e se n’è andato via a nuoto. O è affogato? Forse i resoconti dei sopravvissuti non tornano? Mentre alcuni affermano ostinatamente di essersi incagliati il 2 luglio, altri giurano che il giorno dello sbarco fosse il 5 luglio. Forse la costruzione della zattera e il secondo tentativo di tonneggio ebbero luogo in due giorni diversi, ma furono concentrati dalla memoria in un unico giorno? O invece la Medusa era andata a incagliarsi solo il 3 luglio?

Comunque sia andata, di certo c’è solo che il mattino seguente era venerdì 5 luglio, su questo siamo tutti d’accordo, e già alle quattro del mattino c’era un gran fracasso. Viktor aveva dormito sul ponte, si sentiva male. La gola gli bruciava e nella testa aveva un tamburino che non la smetteva più di battere. Aveva sognato Gaines, adesso se ne ricordava, i suoi denti gialli come il mais, una vescica grossa come la testa di una seppia sulla faccia. Toc, toc, toc. T’ho presscho!… Terribile.

Nel frattempo i nuvoloni carichi di pioggia avevano lasciato il posto al cielo stellato della notte. Sul ponte c’erano dei marinai a fumare – nel freddo del mattino l’odore del tabacco mischiato a quello del tè e della spazzatura secca era ancora più intenso. Uno cantava:

– Lei mi ha rubato i soldi e gli abiti, il cuore, e mi ha mollato qui con un’ulcera sifilitica. Mi ha preso le scarpe, la catena, il cuore, e nonostante tutto è ancora qui…

Se anche i marinai avessero atteso che i soldati si distraessero un attimo o si appisolassero, sarebbe stato inutile, perché in ogni caso loro non perdevano mai d’occhio i barcarizzi. Coco lanciò uno sguardo struggente alle scialuppe di salvataggio che galleggiavano intorno al vascello in avaria come piccole isole. Anche la zattera era ancora legata a poppa – in buona parte sott’acqua e le botti caricate su di essa sembravano galleggiarvi sopra.

Com’è possibile che con questi gusci di noce si riesca a portare in salvo quattrocento persone? Nessuno, guardando là sotto il mare liscio come uno specchio, aveva un buon presentimento. Sei barche più o meno grandi, come quelle che vediamo nei porti quando in inverno vengono messe in secca sul molo o ormeggiate lungo i pontili, abbastanza grandi da essere usate dai pescatori per le loro scorribande lungo la costa. Ma nel caso si debbano fare centinaia di miglia e per giunta in mare aperto nell’Atlantico, far fronte alle tempeste, tener testa ai marosi?

Al sorger del sole apparvero i primi passeggeri. Portavano piccole valigie, fardelli, cappelliere e scarpe, le donne avevano messo addosso tanti abiti diversi, uno sull’altro, erano coperte dalla testa ai piedi di collane di perle, orecchini e braccialetti. Strane figure, ma chiunque pensa innanzitutto alle sue cose.



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