Brava gente by Marcus Sakey

Brava gente by Marcus Sakey

autore:Marcus Sakey [Sakey, Marcus]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-6073-502-7
pubblicato: 2008-12-31T16:00:00+00:00


CAPITOLO 14

Cessato il pericolo imminente, gli sembrò che tutto si fosse fermato in modo irreale, come se le onde avessero smesso di frangersi sulla battigia. Tom si era trovato sull'orlo di un precipizio e si era preparato al peggio, per cui quella calma improvvisa lo destabilizzò. Estraendo il braccio dal condotto di aerazione, gli scricchiolò la spalla. Restò in piedi, sul tavolo che lui e Anna avevano comprato a un mercatino delle pulci, e osservò la cucina. Tutto come sempre, ma visto da quel punto d'osservazione sembrava strano e minaccioso.

«Ti senti bene?» Anna alzò gli occhi verso di lui. Sembrava incerta su come muoversi. Dapprima stese le braccia verso di lui, poi si fermò, le incrociò sul petto e infine le lasciò cadere inermi lungo i fianchi.

Tom non le rispose. Si limitò ad accucciarsi. La mano sinistra gli pulsava come se volesse mandargli un avvertimento, così si fermò in tempo. Si infilò il manico del cacciavite tra i denti, poi sollevò l'angolo della griglia con la mano destra. Si alzò in piedi molto lentamente, ancora stordito. La griglia era difficile da maneggiare con una mano sola. Toglierla era stato facile, ma rimetterla a posto era complicato. È così che vanno le cose.

«Tom?»

Riuscì a incastrare la griglia sull'apertura del condotto. L'incavo nel muro la sorreggeva, così poté mollare la presa, tirare fuori il cacciavite dalla tasca e avvitare delicatamente. Il manico del cacciavite era scivoloso. Lo inserì nel taglio della vite e iniziò a girare verso destra, con forza.

«Tom, lascia perdere. Dobbiamo riflettere. Sta arrivando la polizia.»

Una decina di giri e la vite non si vedeva più. Passò a un'altra e proseguì nel lavoro.

«Tesoro…»

«Perché hai preso i soldi?» Parlò con lo sguardo fisso sulla griglia. Il tavolo ondeggiò un poco mentre lui armeggiava.

«Non li ho presi.»

Tom rise.

«Cioè, non li ho presi. Li ho solo spostati.»

«Perché?»

«Avevo paura che tu li restituissi. Alla polizia. Per proteggermi.»

Lui annuì, fu quasi un gesto automatico. Adesso che l'adrenalina stava calando, iniziò a sentire male dappertutto. Era come una prova d'orchestra, un insieme di suoni sconnessi e distorti. La mano era la prima della lista, gli pulsava forte, era calda e gli procurava dolori lancinanti. In seconda posizione, la testa, sentiva una fitta che andava e veniva in seguito al colpo ricevuto dalla pistola di Jack. La schiena e la pancia erano un fascio di nervi e in tutto il corpo avvertiva un'infinità di stilettate e contratture. Strinse i denti e continuò ad avvitare.

«Tom, dobbiamo decidere cosa dire alla polizia.»

Un ultimo giro di vite e la griglia era sistemata. Per un attimo fu tentato di svitarla di nuovo, toglierla e poi rimontarla un'altra volta. Fu tentato di ripetere quei gesti per il resto della giornata.

«Tesoro.» La voce di Anna si fece tesa, quasi implorante. «Dobbiamo riflettere.»

«Mi hai mentito.» Si infilò il cacciavite in tasca, si mise sul bordo del tavolo e saltò giù.

«È vero. E mi dispiace. Mi sono pentita. Non immaginavo che succedesse niente di simile. Come potevo?» Lo guardò con aria supplicante. «Ti dirò tutto, chiedimi quello che vuoi, ma adesso dobbiamo parlare della polizia.



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