Brazil by John Updike

Brazil by John Updike

autore:John Updike [Updike, John]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9780241002841
Amazon: 0241002842
editore: Imprint unknown
pubblicato: 1994-09-29T00:00:00+00:00


17

LA PEPITA

L’enorme ronzio della miniera il tintinnare dei picconi, il martellare là dove si erigevano più salde mura di contenimento e si costruivano scalette più profonde; le disordinate conversazioni e i canti degli uomini che procedevano in fila indiana su per le cengie inclinate e fangose verso i canali di lavaggio e i mucchi di scorie che si rovesciavano sulle pendici della Serra do Boraco come una seconda montagna spuntata accanto alla prima ormai sventrata; l’occasionale raffica di voci quando scoppiava una rissa o una frana precipitava sulle terrazze delle concessioni il ronzio era diventato l’elemento di Tristao.

Lontano da quel grande alveare capovolto, anche stando con Isabel e i bambini, si sentiva un po’ svuotato, asimmetrico e colpevole, come se stesse tradendo la sua vera moglie, la tentatrice, l’oro. Questa sensazione, in miniera, che il suo vero io si chiudesse intorno a lui, si intensificava quando Tristao era nel proprio cunicolo, il pozzo diritto e profondo, poco più di due metri quadrati, che col piccone e col badile aveva scavato nella roccia della montagna.

La concessione adiacente alla sua, dopo un anno di inattività, era stata rilevata da uno stuolo di fratelli e cugini che venivano dallo stato di Alagoas, i Gonzaga, e la squadra che questi formavano stava scavando rapidamente, annullando il vantaggio solitario di Tristao, esponendo il suo pozzo all’aria e al sole. Ma c’erano ancora due o tre metri di roccia compatta nella quale Tristao poteva perdersi, dove il ronzio diventava un sussurro lontano e il cielo si riduceva fino a essere solo un quadratino blu sopra la testa, attraversato da nuvole che sembravano gli attori di un dramma visto dal buco della serratura.

La sua privacy faceva pensare alla terribile solitudine della tomba, ma aveva anche qualcosa di erotico; negli abissi della sua concessione non faceva più fresco ma più caldo, come se Tristao si stesse lentamente avvicinando a uno dei segreti più gelosamente custoditi dalla Madre Terra.

Per qualche giorno aveva seguito una sinuosa fascia pallida sulla parete sinistra del cunicolo, una fascia di un pallore rossiccio considerato molto promettente, perché l’oro generalmente si trovava insieme ai suoi fratelli, il rame e il piombo. Quando la terra arrossisce, dicevano i minatori l’oro sta per denudarsi, l’oro nella sua splendente nudità.

n suo piccone attaccò la dura roccia, un colpo dopo l’altro. Le punte erano smussate, tutt’e due, smussate e lucidate dall’uso; tre ne aveva consumati, di quei picconi, nei tre anni passati lì. Con un goffo sforzo Tristao colpiva la roccia di traverso, poiché il rossiccio pallore di quella vena girava verso l’interno, lontano da lui; era come se la punta del piccone inseguisse la curva di un corpo femminile intorno a una specie di angolo, fino alla sua sudicia e pelosa fessura, quasi invisibile ma elettrizzante. Tristao sentiva di avere un’erezione, come altre volte gli era capitato nella privacy della sua concessione. L’energia sessuale che non poteva raccogliere di notte, con Isabel, lo sorprendeva in pieno giorno, mentre maneggiava il suo piccone contro la roccia. Certe volte arrivava



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