Bruno Morchio by Nel tempo sbagliato (2021)

autore:Nel tempo sbagliato (2021)
Format: epub
pubblicato: 2021-11-04T00:00:00+00:00

11.

INAUGURAZIONI

Verso le quattro del pomeriggio varcavo la porta del mio nuovo ufficio con la testa leggera e lo stomaco placato da un confortevole senso di sazietà. Il coniglio alla ligure e l’ormeasco di Pornassio del cinese avevano fatto il miracolo, riconciliandomi con quella stanza invasa dal sole e dai cartoni del trasloco, al punto che, spinto da un demone zelante, fui preso dall’urgenza di fare ordine e mi misi al lavoro. Dal cassetto della scrivania recuperai un taglierino e cominciai ad aprire il primo scatolone.

Fu così che, come d’incanto, una dopo l’altra le cose andarono a sistemarsi al loro posto: i libri sugli scaffali, i dossier nel classificatore o in cassaforte, il portapipe e le pipe sul ripiano della scrivania, il piatto e lo stereo sul mobile bar, i dischi di vinile nell’apposito scomparto della libreria. Finalmente saltarono fuori anche il telefono e l’apparecchio della segreteria; non feci in tempo a collegarli alla presa che la suoneria prese a strillare come un bambino appena uscito dalla pancia della madre.

«Pagano, chi parla?»

«Finalmente! Sono due giorni che cerco te e non trovo nessuno.»

Era Paula Pataki, la ex coinquilina di Myra, l’entraîneuse ungherese che insieme al corpo seminudo, appena velato da un’esigua vestaglia a fiori, aveva esibito il proprio candore di donna abituata a nuotare con nonchalance nelle torbide acque del desiderio maschile. Un flash mi riportò alla giovane moglie del mio cliente: anche lei aveva il potere di attraversare gli sguardi roventi degli avventori infoiati senza esserne contaminata, ma qualcosa mi suggeriva che non lo faceva allo stesso modo di Paula. La sua non doveva essere l’abituale nonchalance d’una praticante naturista, ma qualcosa di più contorto e spietato, forse l’incolmabile distanza che allontana il destino delle divinità da quello degli uomini. Mentre Paula, infatti, era preservata dalle occhiate che indugiavano sul suo corpo, frugandolo con indecenza, grazie a una quieta e felice sventatezza, Myra ricordava lo specchio feroce di Medusa, quello che ritorceva la carica pietrificante del desiderio su coloro che ne erano portatori.

«Mi dispiace», spiegai, «ho appena traslocato e la segreteria telefonica era imballata in una scatola.»

«Su biglietto di visita c’è anche tuo numero di casa, ma non risponde uguale.»

«Ho cambiato indirizzo sia dell’ufficio sia dell’abitazione.»

«Tu cambia tutto in un colpo solo? Auguri!»

Senza sapere niente di me aveva colto il nocciolo della questione. Avrei voluto confessarle quanto mi sentivo spaesato di fronte a quello che mi appariva un salto nel buio, ma non sarebbe stato né professionale né utile. Certe cose bisogna imparare a tenerle per sé. Così mi limitai a dire: «Sì, non è facile».

«Hai trovato Myra?» domandò, virando bruscamente sul drammatico.

«Non ancora. E tu, hai qualche novità?»

Mi accorsi che l’uso del tu equivaleva per lei a mostrarsi nuda senza imbarazzo e senza malizia, un segnale di affabile vicinanza, e rispondere con il tu fu per me come infilare il piede in una comoda pantofola.

«Novità è che mamma di Myra ha chiamato me. Lei non si dà pace e tuo cliente non fa niente per aiutarla.»

«È normale, il mio cliente non ha risposte nemmeno per sé stesso.

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