Bunker Diary by Kevin Brooks

Bunker Diary by Kevin Brooks

autore:Kevin Brooks [Brooks, Kevin]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: 2014/2015
editore: Piemme
pubblicato: 2015-03-25T06:00:26+00:00


Ma ecco com’è un giorno normale.

7.00 - Mi sveglio sudato. Fa troppo caldo. A volte lui alza la temperatura durante la notte. Altre volte la abbassa e mi sveglio coi brividi. Questa è una mattina in cui fa troppo caldo. Resto nel letto a pensare. Ad altri tempi, quando ero piccolo, quando papà stava a casa, quando mamma era…

Arrabbiata.

Me la ricordo sempre così. Arrabbiata o scontrosa.

O tutte e due le cose insieme.

Ricordo anche il giardino, quello della casa dove vivevamo prima che papà diventasse ricco. Il prato tenuto male, la siepe, i muretti mezzi sgretolati, gli abeti… vedo tutto anche adesso, chiaro come se l’avessi davanti a me. In fondo al giardino ce ne sono due, di abeti, più la siepe spessa e verdissima. Dei colombacci tubano dai rami e fanno “uuh-uh- uuh… uuh-uh- uuh”. Ricordo che la siepe mi sembrava una giungla. Ricordo l’estate. Fra le radici si muovono degli orbettini, cilindri lunghi e snelli con pelle come cuoio verniciato. Io sono seduto per terra a gambe incrociate e li guardo. Sembrano serpenti, ma non lo sono. L’ho letto nei miei libri sugli animali. Gli orbettini sono lucertole senza zampe. Lo dimostrano i moncherini, quasi invisibili. Io mi gratto il sedere, sbriciolo distrattamente una piccola zolla di terra fra le dita e ripenso, per via degli orbettini, a una battuta che ha fatto papà:

Lo sai cosa succede quando il serpente racconta alla biscia una barzelletta troppo stupida?

La biscia si scompiscia, ma il serpente poi si pente!

Ricordo la sua bocca mentre la dice, il sorriso, i denti bianchi e dritti, i baffi ruvidi. E io sono lì per terra che mi sfrego il palmo di una mano sul ginocchio, mentre mi canto sottovoce una canzoncina (sulla musica dei Tre Porcellini): « Siam tre piccoli orbettin, siamo tre ret-tilin…». Dondolo avanti e indietro, come una mantide.

« Ora Linus ci acchiapperà, tra la la la… LA! »

E al “LA! ” scatto ad afferrarne uno, ma non sono abbastanza veloce.

Non lo sono mai stato, abbastanza veloce.

Mi sono sempre ritrovato con una manciata di foglie e terra.

8.00 - Le luci si accendono e i miei ricordi svaniscono. Scendo dal letto e mi infilo i vestiti sporchi. Maglietta comoda, camicia imbottita, giubbotto col cappuccio, pantaloni larghi che diventano ogni giorno più larghi, scarponcini della Hi-Tec. Vado in bagno, mi lavo, mi pulisco i denti, mi infilo il lenzuolo sulla testa e uso il water. Torno nel corridoio, incrocio Anja e la saluto con un cenno della testa, entro in cucina, preparo il caffè, mi siedo e aspetto che l’ascensore arrivi.

8.45 - Entra Jenny. Parliamo. Ha un’irritazione sulla gamba, delle piccole punture. Mi dico di aggiungere limoni alla lista di oggi. Mi sembra di ricordare che facciano bene contro i morsi delle pulci.

8.55 - Arriva anche Fred, a torso nudo. Si gratta la pancia. Praticamente non parla. Arruffa i capelli di Jenny. Gli dico che dobbiamo vederci più tardi. Lui dice che va bene, si prepara una tazza di caffè e torna in camera sua.

9.00 - L’ascensore arriva.



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