Capire l’opera d’arte (Castelvecchi) by Heinrich Wölfflin

autore:Heinrich Wölfflin [Wölfflin, Heinrich]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica
ISBN: 9788869444487
editore: Castelvecchi
pubblicato: 2015-08-26T22:00:00+00:00

III.

Chi è abituato a osservare il mondo in qualità di storico, conosce il sentimento di profonda felicità che si prova quando le cose, sia pure a tratti, si presentano allo sguardo chiare, nella loro origine e nel loro decorso; quando ciò che esiste ha perduto l’apparenza dell’occasionalità e può essere inteso come qualche cosa di divenuto, di necessariamente divenuto. Per giungere a questo sentimento è necessario possedere qualche cosa di più che non il solo rilievo panoramico che indichi come il materiale è disposto. Occorre essere molto addentro nei fondamenti della forma storica in esame. Certamente anche il guardare una regione dall’alto di un monte provoca un piacere: osservare come siano configurate le colline e le vallate, quale corso prendano le acque, come esse si raccolgano in un bacino trasformandosi in lago, ecc.; ma la spiegazione del perché tutto ciò sia avvenuto in tal modo può darla solo un geologo. Altrettanto avviene nella storia dell’arte dove, con una descrizione, per quanto si voglia completa, dei fatti e dei loro rapporti, per contiguità e per successione, non si è ancora ottenuta una spiegazione del suo significato più profondo, una risposta alla domanda sul perché tutto si sia svolto in quel dato modo.

La risposta che ognuno ha sottomano è questa: l’arte è espressione, la storia dell’arte è storia dell’anima. Studia l’uomo e comprenderai la sua opera, studia il tempo e avrai il suo stile. E ciò dicendo, si è ben consci che esistono rapporti che, per esempio, possono porsi nella materia e nella tecnica. Un Paese in cui abbondi la pietra costruirà differentemente da uno in cui prevalga il legno o il mattone. Una tecnica molto perfezionata della costruzione in ferro produrrà forme che un tempo non potevano essere realizzate. Ci si è però ormai ricreduti dall’attribuire a questi fattori un valore più che secondario. Si sa bene che l’artista non produce così come gli uccelli cantano, ma che egli, più o meno, dipende da un pubblico che acquista e che il committente – sia esso la Chiesa o chiunque altro – farà valere le sue esigenze. Indubbiamente la storia dell’arte è legata strettamente alla storia economica, a quella sociale e perfino a quella statale; ma ciò non nuoce affatto al suo carattere di specchio del tempo. E anche ammesso come cosa pacifica che non sempre, e non ovunque nella stessa misura, una «concezione del mondo» abbia preso forma figurativa, basta il fatto che le epoche veramente creative della storia dell’arte sono piene di questo contenuto.

Non è qui il caso di discutere quanto il Gotico nordico o il Rinascimento italiano possano considerarsi prodotto di una determinata concezione del mondo e della vita. Ognuno ne è convinto. L’arte è abbarbicata con mille radici al terreno degli avvenimenti storici, tutto è in rapporto con tutto e la vita, in tutta la sua ampiezza, deve essere impegnata per la spiegazione delle opere dell’arte figurativa e del loro stile. Tuttavia, il voler intendere in tal modo la storia dell’arte, soltanto come espressione, vuol dire far le cose a metà.

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