Castelli di rabbia by Alessandro Baricco

Castelli di rabbia by Alessandro Baricco

autore:Alessandro Baricco [Baricco, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858810583
Google: aSohQ9NFIC4C
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2013-01-01T23:00:00+00:00


- Vuole dire che senza di lui non me le farete, quelle lastre di vetro? - Oh no, non voglio dire questo... certo che potremo farle... spesse tre millimetri, forse anche qualcosa di meno... sì, io credo che potremo farle, volevo solo dire che...

con Andersson sarebbe stato diverso, tutto lì... ma... non è questo l'importante.

Lei può contare su di noi.

Se vuole quelle lastre di vetro le avrà.

Solo volevo sapere... dov'è che nel disegno si vede dove andranno a finire...

- Dove andranno a finire? Be', dappertutto andranno a finire.

- Dappertutto dove? - Dovunque... è tutto di vetro, lo vede? Le pareti, la copertura, il transetto, i quattro grandi ingressi... tutto vetro...

- Lei vuole dire che tutto questo starà in piedi con del vetro di tre millimetri? - Non proprio.

IL palazzo sta in piedi grazie al ferro.

IL vetro fa il resto.

- Il resto? - 51... diciamo... il miracolo.

IL vetro fa il miracolo, la magia...

Entrare in un posto e avere l'impressione di uscire fuori...

Essere protetti dentro qualcosa che non impedisce di guardare ovunque, lontano...

Fuori e dentro nello stesso momento... al sicuro eppure liberi... questo è il miracolo, e a farlo è il vetro, solo il vetro.

- Ma ce ne vorrà a tonnellate... per coprire tutta quella roba ci vorrà un numero di lastre pazzesco...

- Novemila.

Più o meno novemila.

Che immagino significhi produrne il doppio, no? - Sì, qualcosa del genere.

Per salvarne novemila bisognerà farne almeno ventimila.

- Nessuno ha mai fatto qualcosa del genere, lo sa? - A nessuno è mai venuta in mente un'idea strampalata come questa, lo sa? Tacquero per un po' , quei due, uno davanti all'altro, con dietro una storia, ciascuno la sua.

- Ce la farà-, signor Rail? - Io sì.

E lei? Horeau sorrise.

- Chi lo sa...

Erano giù, alla vetreria, a vedere le fornaci, i cristalli e tutto il resto.

Erano lì quando Hector Horeau improvvisamente iniziò a impallidire e a cercare un pilastro a cui appoggiarsi.

Il signor Rail vide il suo volto coprirsi di sudore.

Un sordo lamento gli usciva dalla gola, piano, come se venisse da lontano.

Però non erà come quando qualcuno chiede aiuto.

Era l'eco di una battaglia segreta.

Nascosta.

Anche per quello a nessuno, lì per lì, venne da avvicinarsi.

Si fermarono, alcuni operai.

Si fermò il signor Rail: ma tutti, immobili, rimasero a qualche passo da quell'uomo chesi vedeva - stava combattendo un duello misterioso, tutto suo.

C'era lui e c'era qualcosa che lo mordeva dentro.

Gli altri non c'entravano.

Ovunque fosse, Hector Horeau, in quel momento, ci stava comunque da solo.

Non durò che pochi istanti.

Lunghissimi.

Poi sparì il lamento sordo dalla gola di Hector Horeau, e dai suoi occhi la paura.

Si tolse dalla tasca un grande, ridicolo fazzoletto rosso e si asciugò la fronte.

- Non sono svenuto, vero? - No - gli rispose il signor Rail, avvicinandosi, finalmente, e offrendogli il braccio.

- Adesso va molto meglio, non si preoccupi... ce la faccio... va molto meglio.

C'era ancora, intorno, un piccolo silenzio che galleggiava nell'aria come una bolla di sapone.

- Mi spiace... scusatemi... scusatemi.

Hector Horeau non voleva ma alla fine lo convinsero a fermarsi lì, per la notte.

Sarebbe



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