C'e un angelo bianconero by Chiellini Giorgio

C'e un angelo bianconero by Chiellini Giorgio

autore:Chiellini Giorgio [Giorgio, Chiellini]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


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Quella domenica del 23 marzo 1980 ci sono le telecamere di 90° minuto negli stadi che riprendono in diretta l’arrivo delle camionette delle forze dell’ordine. Forse non è la prima volta che lo sport precipita nello scandalo, ma questa volta c’è qualcosa di così velenoso e scenografico da rendere l’episodio soltanto un brutale fatto di cronaca nera, con i carabinieri, le manette e i giornalisti dentro al tempio sconsacrato, nel cuore del suo impero. «Il calcio, ieri, l’hanno ammazzato così» scrive Giuseppe Zaccaria sulla «Stampa».

È la prima grande inchiesta sul calcioscommesse. Allora in Italia esisteva solo il Totocalcio e fare tredici non era una cosa facile. Anche se illegale e rischioso molte persone preferivano puntare qualcosa sul cosiddetto «Totonero». La maggior parte faceva scommesse di cinquemila o diecimila lire, per vincere al massimo cinquecentomila lire o un milione, che significava all’incirca l’equivalente di due stipendi medi. Ma ad altri livelli le cose erano diverse e si poteva arrivare persino a giocare centinaia di milioni di lire, soprattutto se a scommettere c’era qualcuno dell’ambiente calcistico in grado di controllare il risultato dell’incontro o di pilotarlo. È uno scandalo all’italiana, tra vittime e sciacalli, con quelli che sono convinti di aver ideato il giochetto che finiscono sul lastrico, senza neanche una lira in tasca. E alla fine, di tutte quelle cronache avvilite, delle sirene spiegate, del tintinnar di manette, e di tutte quelle pagine di giornali, non resterà nulla. Il procedimento penale assolverà tutti: non c’è reato.

Però il giocattolo s’è rotto, il tempio è ormai profanato. E la giustizia sportiva non perdona: il Milan e la Lazio finiscono in Serie B, Avellino, Bologna, Perugia vengono penalizzate di cinque punti, ai giocatori toccano pene pesanti, dai sei anni di squalifica per Pellegrini ai tre di Paolo Rossi, poi ridotti a due. Il presidente Colombo radiato. La Juve, coinvolta inizialmente anche lei nell’inchiesta, viene assolta. C’è una partita che trascina dei dubbi, Bologna-Juventus, conclusa con un salomonico pareggio. Forse aveva soltanto vinto la regola del non farsi male, insieme. Ma le voci continuarono anche dopo, per un pezzo. Solo che nell’inchiesta nessun calciatore juventino venne sospettato. Se fosse davvero successo qualcosa, confessò Gaetano a Mariella, lui proprio non se n’era accorto.

In ogni caso, anche quella terribile domenica finì nel tragitto complicato della carriera di Scirea. Altre ancora ne sarebbero arrivate, persino di più tragiche.

Il calcio perdette la sua purezza d’un colpo. Sotto gli occhi delle telecamere, finirono agli arresti una decina di giocatori e il presidente del Milan, Felice Colombo. Due li cercavano ancora in serata, come delinquenti comuni. Quasi trenta le persone coinvolte, tra calciatori e dirigenti. Tra cui tanti nomi importanti del football. Venne arrestata gente come Bruno Giordano, centravanti della Lazio, o come il grande Ricky Albertosi, portiere della Nazionale che arrivò seconda in Messico, e vennero spediti gli ordini di comparizione ad altri giocatori famosi come Beppe Savoldi e Oscar Damiani.

Ci sono tanti giornalisti e fotografi ad assistere alla caduta degli dei del calcio. E sono scene scioccanti. Vengono portati a Regina Coeli Manfredonia e Wilson della Lazio, Pellegrini dell’Avellino, e numerosi altri.



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