Celebriamo le Persone Calme by Prasenjeet Kumar

autore:Prasenjeet Kumar
La lingua: ita
Format: epub
editore: Prasenjeet Kumar
pubblicato: 2016-04-28T00:00:00+00:00

Come una tranquilla ragazza insegna ai bulli una lezione a modo suo

Sara era una tranquilla bambina di nove anni. Le sue maestre la consideravano troppo timida, davvero troppo e credevano che questo la danneggiasse. I suoi compagni di classe vedevano questa sua timidezza come un segno di “stupidità” o di mancanza di intelligenza.

“Perché Sara è così tranquilla?” chiese un suo compagno.

“Forse perché non ha niente da dire,” disse un’altra bambina.

“Forse è troppo stupida per dire qualcosa,” disse ancora un altro bambino ridendo forte.

Sara veniva considerata come una lavagna vuota. Una lavagna bianca. Sara veniva presa in giro e costantemente chiamata con il nomignolo di Signorina Lavagna Vuota.

Sara era piuttosto sensibile ai commenti cattivi. Non sapeva reagire alle offese che le facevano i suoi compagni. Una volta, cercò di chiedere aiuto al suo insegnante, ma questi per tutta risposta le disse che il motivo per cui i suoi compagni la deridevano era perché lei non aveva amici e perché era asociale. Le fu suggerito di uscire e di socializzare con i suoi compagni di classe.

Sara cercò di farlo, ma nessuno voleva giocare con la Signorina Lavagna Vuota. Veniva intenzionalmente esclusa da tutti i pettegolezzi e dai gruppi di studio.

“Possibile che sono così cattiva che nessuno vuole essere mio amico?” rimuginò Sara.

Depressa e stanca di cercare di dover piacere agli altri, Sara decise che sarebbe stato meglio starsene per i fatti suoi ed essere lei stessa la sua unica amica. La solitudine, o quello che la società chiama “isolamento”, porta con sé i doni della libertà e dell’indipendenza. L’indipendenza di essere sé stessi, ragionava la bambina.

Nel suo tempo libero, Sara amava leggere storie di fantasia. La natura eroica dei personaggi di quei libri l’affascinava. Voleva essere proprio come i personaggi inventati di cui leggeva e non riusciva a trovare nessuno a scuola che fosse così, che rappresentasse perciò il suo amico ideale.

Sara aveva anche un altro dono del quale non era a conoscenza. La sua mente introversa aveva l’abilità di assimilare una grande quantità di informazioni, di gran lunga maggiore di quella dei suoi coetanei. A scuola riusciva a risolvere complessi problemi matematici semplicemente nella sua testa.

Sara aveva un’altra grande passione: era affascinata dagli scacchi. Aveva imparato a fare le prime mosse all’età di cinque anni. Suo padre era anche lui un appassionato giocatore di scacchi e incoraggiava molto la figlia in questo. Apprezzava che la sua bambina fosse diversa, quasi unica. Si rese presto conto che Sara mostrava un certo interesse nell’apprendere il gioco degli scacchi. Quindi, le insegnò a giocare a scacchi in un modo del tutto speciale.

Sara giocava a scacchi senza usare re o regine, cavalieri, alfieri e torri. Entrambi i giocatori muovevano solo le pedine per vincere. L’unica regola che Sara doveva seguire era quella di muovere le sue pedine oltre l’ottava fila, superando gli ostacoli del suo avversario, se voleva vincere. A Sara piacevano le sfide intellettive che il gioco le offriva.

A Sara erano sempre piaciute le sfide. Prima che compisse due anni, poteva completare puzzle molto complessi.

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