Cercando te by Jennifer Probst

Cercando te by Jennifer Probst

autore:Jennifer Probst [Probst, Jennifer]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
Tags: Cuori solitari - vol. 1
ISBN: 978-88-6380-918-3
editore: Corbaccio
pubblicato: 2016-03-02T16:00:00+00:00


Capitolo 10

Slade si ravviò i capelli, strinse il nodo della cravatta e mandò giù un bicchiere d’acqua prima del successivo cliente. Era sfinito, non dormiva quasi più e la sua tabella di marcia stava subendo un’esplosione di karma negativo. Era sempre stupito da quante coppie benestanti non pensassero a un contratto prematrimoniale, e da quante altre spendessero milioni per cercare di annullarlo.

Si diresse alla finestra e ignorò lo stomaco che brontolava. Di nuovo niente pranzo. Gli piaceva aiutare gli altri e amava la legge. Incastrando insieme i casi del passato per completare il puzzle, la ricca storia del sistema giudiziario americano lo riempiva sempre di orgoglio, era la pietra angolare di eguaglianza e giustizia in un’istituzione in rapido declino come il matrimonio.

Ma alle volte i divorzi erano una vera e propria maledizione.

La nebbia velava lo skyline di Manhattan quel giorno, e la neve che poco prima ricopriva tutto di una coltre bianca si stava inesorabilmente ingrigendo. I lati della strada erano occupati da giganteschi ammassi di neve ghiacciata, ma il ritmo frenetico della città non si faceva intimorire. Guardò nel punto in cui un tempo si ergevano le Torri Gemelle, e pensò con rammarico a quanto fosse cambiato il paesaggio dopo quel fatidico 11 settembre. Se non altro, il Ground Zero Memorial era un simbolo di speranza per il futuro e alleviava il senso di vuoto e desolazione dei newyorchesi.

Slade finì l’acqua, lanciò il bicchiere nel cestino e prese i suoi appunti. L’ufficio era composto da un grande scrittoio in ciliegio che occupava la metà della stanza, una serie di scaffali lungo le pareti e un paio di poltrone bordeaux per mettere a proprio agio i clienti. I quadri con George Washington, Abramo Lincoln e la Dichiarazione d’Indipendenza ricordavano alla gente il valore della giustizia. Lo spesso tappeto, bordeaux come le poltrone, era soffice sotto i piedi e un delicato profumo di legno, cera al limone e caffè si diffondeva nell’aria.

Se fosse diventato socio dello studio, si sarebbe trasferito nell’attico, con le vetrate sui tetti della città, l’angolo bar e il bagno privato. Slade si disse che gli extra erano molto gradevoli, ma in realtà lui non aspirava a quella promozione per avere benefit o soldi in più. Sapeva che in qualità di socio avrebbe avuto più libertà di scelta nell’assegnazione dei casi e avrebbe potuto sbrigare più lavoro a titolo gratuito. Avrebbe avuto il potere di prendere decisioni importanti. Il resto erano tutti extra.

«Mr Montgomery, il suo cliente dell’una è appena arrivato.»

Lui andò allo scrittoio e schiacciò il pulsante dell’interfono. «Fallo entrare, prego.»

Slade trasse un respiro profondo per ritrovare la calma e concentrarsi unicamente sul cliente. La sua agenda era strapiena, ma quando lo chiamava un vecchio compagno di università per chiedergli un favore, Slade non riusciva a dire di no. Pete Troy varcò la soglia e Slade lo classificò subito come maschio beta della coppia. Camminava un po’ curvo, portava i capelli pettinati di lato nel disperato tentativo di mascherare l’incipiente calvizie, era magro come un chiodo e indossava jeans, maglietta sdrucita e scarpe da ginnastica.



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