Che cos'è la filosofia (Einaudi) by Gilles Deleuze Felix Guattari

Che cos'è la filosofia (Einaudi) by Gilles Deleuze Felix Guattari

autore:Gilles Deleuze, Felix Guattari [Gilles Deleuze, Felix Guattari]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2019-12-05T23:00:00+00:00


1 I. PRIGOGINE e I. STENGERS, Entre le temps et l’éternité, Fayard, Paris 1988, pp. 162-63 [trad. it. Tra il tempo e l’eternità, Bollati Boringhieri, Torino 1989, pp. 156-57] (gli autori prendono l’esempio della cristallizzazione di un liquido sopraffuso, liquido a una temperatura inferiore alla sua temperatura di cristallizzazione: «In un tale liquido, si formano dei piccoli germi di cristalli, ma questi germi appaiono e poi si dissolvono senza comportare nessuna conseguenza»).

2 Si veda, al proposito, G. CANTOR, Fondements d’une théorie générale des ensemble 1883 [trad. fr. di J. C. Milner, «Cahiers pour l’analyse», n. 10). Fin dall’inizio del suo testo Cantor fa appello al Limite platonico.

3 Sull’instaurazione delle coordinate da parte di Nicolas Oresme, sulle ordinate intensive e il loro rapporto con le linee estensive, cfr. P. DUHEM, Le système du monde, Hermann, Paris 1958, vol. VII, cap. VI. Cfr. anche G. CHTELET, La toile, le spectre, le pendule, in Les enjeux du mobile, Seuil, Paris 1993: sull’associazione fra uno «spettro continuo e una sequenza discreta» e i diagrammi d’Oresme.

4 G. W. HEGEL, Scienza della logica, Laterza, Bari 1968, II, p. 631 (e sulle operazioni di depotenziamento e di potenziamento della funzione secondo Lagrange).

5 P. VENDRYÈS, Déterminisme et autonomie, Colin, Paris 1956. L’interesse dei lavori di Vendryès non risiede in una matematizzazione della biologia, ma piuttosto in una omogeneizzazione della funzione matematica e della funzione biologica.

6 Sul senso che assume la parola figura (o immagine, Bild) in una teoria delle funzioni, cfr. l’analisi di Jules Vuillemin a proposito di Riemann: nella proiezione di una funzione complessa, la figura «fa vedere il corso della funzione e le sue differenti affezioni», «fa vedere immediatamente la corrispondenza funzionale» della variabile e della funzione (La philosophie de l’algèbre, Puf, Paris 1962, pp. 320-26).

7 G. W. LEIBNIZ, D’une ligne issue de lignes et Nouvelle application du calcul, in Œuvre concernant le calcul infinitésimal, Blanchard, Paris 1983, pp. 16-18, 26-30. Questi testi di Leibniz sono considerati basilari per la teoria delle funzioni.

8 Avendo descritto la «mescolanza intima» di tipi diversi di traiettorie in ogni regione dello spazio di fasi di un sistema a stabilità debole, Prigogine e Stengers concludono: «Si può pensare ad una situazione familiare, quella dei numeri sull’asse in cui ogni razionale è circondato da irrazionali e ogni irrazionale da razionali. Si può ugualmente pensare al modo in cui Anassagora [dimostra come] ogni cosa contenga in tutte le sue parti, fino alle piú infime, una molteplicità infinita di germi qualitativamente diversi intimamente mescolati» (I. PRIGOGINE, La nouvelle alliance, Gallimard, Paris 1986, p. 241 [trad. it. La nuova alleanza. Metamorfosi della scienza, Einaudi, Torino 1981, vol. I, p. 239]).

9 La teoria dei due tipi di «molteplicità» appare in Henri Bergson fin dall’Essai sur les donnés immédiates de la conscience (1889), Puf, Paris 1959, cap. II [trad. it. Saggi sui dati immediati della conoscenza, Mondadori, Milano 1986]: le molteplicità di coscienza si definiscono attraverso la «fusione», la «penetrazione», termini che si trovano ugualmente in Husserl, fin dalla Filosofia dell’aritmetica. L’analogia dei due autori è estrema a questo riguardo.



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