Chiedimi dove andiamo by Elena Bissaca

autore:Elena Bissaca
La lingua: ita
Format: epub
editore: Manni
pubblicato: 2021-11-23T00:00:00+00:00

La voglia di presente

Il bisogno di sentire è uno degli aspetti che li porta verso il viaggio. Ce ne sono altri che si intersecano a questo e che è importante indagare per capire perché oggi i giovani ritengono rilevante andare a vedere Auschwitz. Se fosse solo una questione di emozioni potremmo pensare a una curiosità morbosa dettata dall’abitudine a guardare gli altri attraverso il buco della serratura. Invece nell’accompagnare ragazze e ragazzi in questa esperienza ho sempre rilevato anche un’altra necessità, quella di affrontare la storia degli stermini e della Seconda guerra mondiale in modo più approfondito di come spesso si fa a scuola. Non è una richiesta di indagine attraverso le fonti, quanto un bisogno di ragionare e discutere intorno agli eventi che portarono all’ascesa dei fascismi e poi alle deportazioni e agli stermini, con l’idea che dentro questa storia si possano trovare degli spunti, dei nodi utili a capire meglio il presente.

Voglio capire cosa porta l’uomo a fare una cosa del genere, cioè se ci potrei arrivare anche io, è quello che mi spaventa più di tutto. C’è ancora adesso il razzismo, è sempre presente, ma anche da noi, anche nella mia classe…

Francesca, Lombardia, 2015

In queste parole si sente la voglia di capire, di confrontarsi intorno a grandi questioni che riguardano il presente. Cos’è il male? Perché ritorna? Come lo affrontiamo? Tanti giovani non sembrano cascare nelle retoriche memoriali di cui tanto si discute a diversi livelli: per molti di loro parlare di questa storia significa avere degli strumenti in più per ragionare di ciò che gli accade oggi intorno. Intendono la memoria in modo “esemplare”, cioè come narrazione capace di gettare luce sull’attualità. L’esigenza di discutere della memoria della Shoah e delle deportazioni sembra infatti avere a che fare con la necessità di discutere del presente, occasione che spesso manca nella quotidianità scolastica, e di avere una base alla quale ancorare una visione del mondo per legittimare un posizionamento nei confronti dell’attualità, per dare un fondamento ad alcuni valori ritenuti imprescindibili. Traspare inoltre l’affermazione di un “dovere di memoria” inteso come quella necessità cui si riferisce Kattan di reintrodurre una memoria vissuta nell’esistenza dei singoli42, a partire dalla quale trarre delle lezioni dalla storia. Il tentativo di riproduzione del trauma, del sentimento dell’orrore cui molto spesso ricorrono le commemorazioni ma anche tutti i prodotti culturali sulla Shoah (dalla letteratura, al cinema, ai musei, ai viaggi di memoria) avrebbero l’obiettivo di educare il pubblico a fare sì che eventi simili non capitino mai più. Eppure, come emerge dalle parole dei ragazzi, sebbene ci sia un gran bisogno (e dunque un dovere) di memoria e di esperire emozionalmente la memoria attraverso il viaggio, sembra altrettanto necessario instaurare una discussione intorno a quel male, per cercare di capirlo, di comprenderlo e soprattutto di “farsene qualcosa” dopo. In questo senso, la voglia di partire non si esaurisce nella ricerca di emozioni forti, ma affonda le sue ragioni nell’idea che attraverso quelle emozioni sarà possibile trovare il fondamento e la ragione profonda di alcune convinzioni e di alcuni modi di agire il presente.

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