Christie Agatha - Poirot 32 - 1959 - Macabro quiz by Christie Agatha

Christie Agatha - Poirot 32 - 1959 - Macabro quiz by Christie Agatha

autore:Christie Agatha [Christie Agatha]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788852014765
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2010-10-06T22:00:00+00:00


2

Jennifer s’allontanò dal campo da tennis piuttosto di cattivo umore, agitando la racchetta. I numerosi colpi sbagliati quella mattina l’avevano de-moralizzata. Naturalmente non era possibile fare un buon servizio con quella racchetta, ma, a parte questo, da un po’ di tempo non le riusciva più di fare una mossa decente.

«Scusatemi…»

Jennifer trasalì e alzò lo sguardo. Una donna elegante con i capelli dorati e un lungo pacco piatto le apparve a pochi passi di distanza, sul sentiero.

Jennifer si domandò come mai non l’avesse vista arrivare. Non le passò nemmeno per la mente che la donna potesse essere stata nascosta dietro un albero o fra i cespugli di rododendri e ne fosse appena sbucata fuori. Perché avrebbe dovuto pensare una cosa simile?

Con un lieve accento americano la donna disse: «Sapete dirmi dove potrei trovare una ragazza che si chiama…» consultò un pezzetto di carta

«Jennifer Sutcliffe?»

«Sono io» esclamò Jennifer, sorpresa.

«Oh! Questa è buffa. Una vera coincidenza! Possibile che con tante ragazze che ci sono in questa scuola dovessi incontrare proprio quella che cercavo!»

«Cose che capitano» commentò Jennifer.

«Dovevo venire a pranzo qui oggi, con degli amici» cominciò a spiegare la donna, «e poiché ieri a un ricevimento mi è capitato di fare accenno a questo fatto, vostra zia… o era la vostra madrina?… ho una memoria talmente labile! Mi ha detto il suo nome e ho dimenticato anche quello. Comunque, dicevo, vostra zia mi ha chiesto se potevo arrivare fin qui a portarvi una racchetta nuova. Mi ha detto che gliel’avevate chiesta.»

Il viso di Jennifer s’illuminò. Quello era un miracolo. «Doveva essere la mia madrina, la signora Campbell. Io la chiamo zia Gina. Non era certamente la zia Rosamund. Lei non mi dà altro che i soliti miseri dieci scellini a Natale.»

«Sì, ora ricordo. Il nome era proprio Campbell.»

La donna porse il pacco a Jennifer. Lei lo prese con slancio e l’aprì in fretta, emettendo un’esclamazione di gioia alla vista della racchetta.

«Oh! È stupenda! Questa è veramente buona. L’ho desiderata tanto!

Grazie per esservi disturbata a portarmela» disse Jennifer con gratitudine.

«Nessun disturbo» replicò la donna. «Soltanto, confesso che mi sentivo un po’ a disagio. Le scuole mi hanno sempre intimidita. Ci sono tante ragazze. Oh, dimenticavo, dovrei portare indietro la vostra racchetta vecchia.»

La donna raccolse la racchetta che Jennifer aveva buttata in terra. «Vostra zia… no, la vostra madrina, ha detto che avrebbe fatto cambiare le corde. Ne ha molto bisogno, vero?»

«Veramente, credo che non ne valga la pena» rispose Jennifer, tutta presa dal suo nuovo tesoro.

«Ma una racchetta di riserva è sempre utile» insistette la sua nuova amica. «Oh, cara» soggiunse la donna guardando l’orologio, «è molto più tardi di quanto credevo. Adesso devo proprio scappare.»

«Avete… volete che chiami un tassì? Potrei telefonare…»

«No, grazie, cara. Ho la macchina al cancello. Arrivederci. Felice d’avervi conosciuta. Spero che vi divertirete con quella racchetta.»

La donna si mise letteralmente a correre lungo il sentiero, verso il cancello.

Esultante, Jennifer andò in cerca di Julia.

«Guarda!» esclamò agitando la racchetta.

«Accipicchia! Dove l’hai presa?»

«Me l’ha mandata la mia madrina, la zia Gina. Non è mia zia, ma io la chiamo così.



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