Circe di spalle by Unknown

Circe di spalle by Unknown

autore:Unknown
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2022-05-13T00:00:00+00:00


Immagini

Tempo fa, nel museo Rodin a Parigi, ho visto la statua di una centauressa. Sempre affamata di rappresentazioni del femminile l’ho fotografata da più lati, ma poi l’ho dimenticata, tranne che per un legame con il centauro Chirone, tutore di Achille, che mi ricordava che le creature ibride hanno evidentemente da insegnare.

La Centauresse (1880-1900), François Auguste René Rodin

In realtà tempo addietro, nella seconda sabbia62 fatta in vita mia, avevo messo in scena un centauro. Nella prima sabbia c’era stata una rana, che avevamo letto come tema dell’ibrido. Un tema che con il centauro si rafforza e chiarisce, perché in questo caso non è un ibrido generico, ma armato, e di lancia.

Eppure solo tempo dopo, durante la scrittura di questo saggio, noto che anche Circe è un ibrido: una dea con voce umana; e sono ibride le creature che la circondano: le belve che scodinzolano e il gineceo delle ninfe.

Questo dice di una lentezza e di una potenza. Mentre il fatto che fotografi la centauressa avendo dimenticato il mio centauro, del quale mi rammento solo quando mi viene ricordato, dice della mia lentezza nel fare fruttare il nuovo (per me) gioco della sabbia, nel farlo davvero mio, Circe come ibrido – averlo pensato infine e non all’inizio – dice la potenza del lavoro di scrittura che, nel suo farsi, pesca nel profondo e modifica la visione e la prospettiva delle forze in campo.

Recupero quindi la centauressa e, cercando notizie a riguardo, mi imbatto in un brano dove si percorre la trama mitologica in cui le vergini-cavalle, le centauresse, si iscrivono, più antiche dei centauri e connesse, seppur tenuemente, a Circe63.

Allora mi chiedo se nella statua di Rodin mi avesse attirato qualcosa di più della versione femminile del centauro. Se mi avesse attirato il cavallo.

Quando mi chiedono che animale ti piace mi viene da dire “nessuno”. Però, per non mostrarmi così come sono, neutra e anche un tantino irritata dalla lettura psicologica in agguato dietro alla domanda, dico “il cavallo”. Che mi è sembrato sempre bellissimo, e sexy, anche se, come tutto il resto della fauna, mi è indifferente: gli animali non li sogno64, né ho mai desiderato la loro vicinanza, e se uso i loro nomi in poesia si tratta di allusioni ad aspetti della psiche umana. L’unica volta che un animale vero è entrato nei miei scritti è stato un gatto che volevo morto. Fatto sta che dico “il cavallo”.



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