CITY by Aessandro Baricco

CITY by Aessandro Baricco

autore:Aessandro Baricco [Baricco, Aessandro]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: italiano, no cover, archivio italiano
pubblicato: 2012-02-07T11:20:06+00:00


25.

Pronto?

Pronto.

ÄChiÈ?

Sono Shatzy Shell.

Ah, è lei, signorina.

Sì, sono io, generale.

Tutto bene laggiù?

Non esattamente.

Bene.

Ho detto: non esattamente.

Prego?

Le ho telefonato per dirle che c’è un guaio.

In effetti mi ha telefonato lei. Come mai?

Per dirle che c’è un guaio.

Un guaio?

ÄSì.

Niente di grave, spero.

Dipende.

Non è il momento, sa?, per avere brutti guai.

Mi spiace.

Non è proprio il momento.

Mi vuole stare ad ascoltare?

Certo, signorina.

Gould è sparito.

Signorina...

ÄSì?

Signorina, Gould è partito per Couverney.

È vero.

Questo non significa sparire.

Infatti.

È solo partito per Couverney.

Sì, però non ci è mai arrivato.

Come sarebbe a dire?

Gould è partito per Couverney, ma non ci è mai arrivato.

Ne è sicura?

Sicurissima.

E dove diavolo è finito?

Non lo so. Credo che abbia deciso di sparire.

Prego?

Se n’È andato, generale, Gould se n’È andato.

Gli sarà successo qualcosa, ha telefonato all’università, alla Polizia, ha telefonato da qualche parte?

· No.

Bisogna farlo immediatamente, signorina mi richiami tra cinque minuti, penso a tutto io, anzi la richiamo io, tra cinque minuti...

Generale...

Non perda la calma.

Io non perdo la calma, vorrei solo che lei mi stesse ad ascoltare.

La ascolto.

Non faccia niente, per favore.

Cosa diavolo dice?

Mi ascolti, non faccia niente, non dica niente a nessuno, e, per favore, venga qui.

Io, venire lì?

Sì, vorrei che lei venisse qui.

Non dica cretinate, bisogna trovare Gould, non serve a niente venire li, mi faccia il santo piacere di...

Generale...

ÄSì.

Si fidi di me. Prenda uno dei suoi aerei, o qualsiasi cosa, e venga qui.

Mi creda, è l’unica cosa utile che può fare. Venga qui.

Allora la aspetto.

Generale...

ÄSì?

Grazie.

26.

Una sigaretta che si accende audio al massimo, rumore di tabac

co febbricitante, forte come l’accartocciarsi di un foglio grande

chilometri le guance si infossano a tirare il fumo, guance sotto

occhi come ostriche a molo in un viso rubizzo che si volta verso

la signorina di fianco, bionda che ride con risata roca e forte co

me una promessa di scopate che bagna la mente dei maschi pigia

ti ognuno al suo posto nel raggio di dieci metri, e si perde a poco

a poco sulle altre file di uomini e donne allineati seduti, corpi a

contatto, menti a volare, per file e file, dalle più alte giù a digrada

re, penetrando l’aria sciabolata da ondate di rock espulse dalle

grandi casse messe su in alto, e pugnalata da grida che alzate in

piedi chiamano per nome da una parte all’altra della sala, viag

giando nella luce a chiazze e lampi FLASH tra gli odori di tabacchi,

profumi di lusso, dopobarba, ascelle, giubbotti di pelle, pop corn,

facendosi strada nel gran vociare collettivo, grembo ventre di mi

lioni di parole eccitate sciocche sporche ubriache oppure d’amore

che brulicano come vermi quella terra di corpi e menti, campo

arato di teste allineate, digradante in modo concentrico e fatale

verso il pozzo accecante che al centro di tutto raccoglie sguardi

brividi pressioni sanguigne, tutto raccogliendo sul blu del tappeto

su cui una scritta rossa urla PONTIAC HOTEL e lo farà per tutta

questa incendiata notte che dio la benedica ora che finalmente È

arrivata, venendo da lontano e cavalcando fin qui sul ring del

Pontiac Hotel, dove dai microfoni di Radio KKJ Dan De Palma vi

dà il benvenuto per questa meravigliosa serata di boxe. Tutto

pronto qui FLASH per la sfida su cui sono stati



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