Clancy Tom - Rainbow Six 01 - 1998 - Rainbow Six by Clancy Tom

Clancy Tom - Rainbow Six 01 - 1998 - Rainbow Six by Clancy Tom

autore:Clancy Tom [Clancy Tom]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: narrativa, Thriller
editore: Bandinotto
pubblicato: 2012-09-21T20:47:19+00:00


20

CONTATTI

Sapeva di essere malata. Non sapeva quanto, ma Mary Bannister era sicura di non stare bene. E a giudicare dalle medicine che le davano temeva di poter essere grave. Non era mai stata in ospedale, salvo una volta al pronto soccorso locale per una caviglia slogata che suo padre temeva potesse essere rotta, ma ora si trovava in un letto d'ospedale con una piantana per fleboclisi al suo fianco, e un tubicino in plastica trasparente infilato nel suo braccio destro, e la sola vista di ciò la spaventava, nonostante le medicine che fluivano nel suo corpo. Si domandava cosa le stessero somministrando. Il dottor Killgore le aveva detto che si trattava di liquidi per mantenerla idratata e di qualcos'altro.

Scosse la testa per cercare di rinfrescarsi le idee e ricordare con precisione. Perché non verificarlo? Spostò le gambe verso destra e si alzò, in modo incerto, quindi si piegò per osservare cosa pendeva dal sostegno.

Le era difficile mettere a fuoco gli occhi e si chinò più vicino per scoprire che le etichette erano codificate in modo incomprensibile. Il soggetto F4 si rialzò e cercò di reagire alla propria frustrazione senza riuscirci. Si guardò attorno nella stanza. Sul lato più lontano di quello che sembrava essere un muro divisorio alto circa un metro e mezzo c'era un altro letto non occupato. Sulla parete più distante c'era un televisore, al momento spento. Il pavimento era in mattonelle, freddo sotto i suoi piedi nudi. La porta era in legno, e aveva una serratura a chiavistello al posto del pomolo; si trattava della classica porta d'ospedale, ma lei non lo sapeva.

Non c'era telefono. Gli ospedali non hanno il telefono nelle stanze? Era davvero in un ospedale? Sembrava di sì, ma sapeva che il suo cervello stava lavorando più lentamente del solito, anche se non capiva come riusciva a rendersene conto. Era come se avesse bevuto troppo. Oltre a sentirsi male si sentiva vulnerabile e priva del pieno possesso delle sue capacità. Era ora di fare qualcosa, anche se non sapeva esattamente cosa.

Rimase in piedi per un attimo a pensare, poi afferrò la sottile struttura metallica con la mano destra e cominciò ad avviarsi verso la porta.

Fortunatamente il sistema di controllo elettronico era alimentato a pile e non collegato alla presa di corrente nel muro. Si mosse facilmente sulle sue ruote di gomma.

Scoprì che la porta non era chiusa a chiave. La aprì, sporse la testa dallo stipite e diede un'occhiata nel corridoio. Vuoto. Uscì trascinandosi sempre dietro la piantana della flebo. Non vide nessuna sala infermiere alle estremità del corridoio, ma non ci fece molto caso. F4 girò verso destra, cercando qualcosa senza sapere cosa. Aggrottò le sopracciglia e aprì altre porte, dietro le quali trovò solo stanze buie, odoranti di disinfettante, fin quando non giunse all'estremità. Questa porta aveva appesa la targa T-9 e dietro trovò qualcosa di diverso. Nessun letto, ma un computer con lo schermo acceso, a indicare che la macchina era in funzione. Si trattava di un IBM compatibile, e sapeva come farlo funzionare.



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