Coco Chanel. Una donna del nostro tempo by Annarita Briganti

Coco Chanel. Una donna del nostro tempo by Annarita Briganti

autore:Annarita Briganti [Briganti, Annarita]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788830901681
editore: Cairo
pubblicato: 2021-01-05T22:00:00+00:00


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La vita è un enigma

La generazione che è sopravvissuta alla Prima guerra mondiale, e alla Spagnola, è stanca, mentre incombe un secondo conflitto.

Misia, dilaniata dai problemi sentimentali, vittima dei suoi demoni, schiava delle droghe, è l’ombra di se stessa. Morirà nel 1950, cinque anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Sono lontani i tempi in cui organizzava ambulanze, durante la Grande Guerra, usando macchine di lusso guidate dai suoi amici artisti – che poi avrebbe frequentato anche Chanel –, e lei e le sue amiche s’improvvisavano «crocerossine». Cocteau – che di se stesso afferma: «Sono una menzogna che dice sempre la verità» – non nasconde il suo legame con l’oppio. «Tutti abbiamo in noi qualcosa di arrotolato, come quei fiori giapponesi, che si srotolano nell’acqua. L’oppio svolge il ruolo dell’acqua.» Tanti della cerchia più intima della stilista si sono suicidati o sono morti. Mademoiselle, l’ex cantante dei caffè-concerto, anche sotto la maschera di Coco dipinta di successo ha bisogno della famosa siringa di Sédol, ogni giorno, ogni sera.

Se la Prima guerra mondiale le ha permesso di liberare le donne, fornendo loro le «uniformi» che le avrebbero aiutate a superare le limitazioni del passato e a emanciparsi, se durante la Grande Depressione Chanel è riuscita ad avere successo per la prima volta in America, la Seconda guerra mondiale è il buco nero della Storia, e anche della sua storia.

Fino a un certo punto va tutto bene. In un’immagine che la ritrae sul balcone del Ritz, quindi di casa, nel 1937, sembra una ragazzina. Nello stesso anno appare anche come una generalessa, con rotoli di tessuto infilati sotto il braccio sinistro, la cornetta del telefono nella mano destra, la mano sinistra che gioca con il filo dell’apparecchio e un cappello militare in testa, nella camera dell’albergo in cui vive – presagio di ciò che sarebbe successo –, mentre in un’altra foto, stesa languidamente su una poltrona, con un fiocco tra i capelli per lei insolito, sembra Biancaneve.

Per la pubblicità di Chanel N° 5, nello stesso anno, vogliono lei come testimonial di se stessa, con un vestito lungo, punto vita stretto e gonna ampia, nero Chanel, stile Chanel. «Madame Gabrielle Chanel è soprattutto un’artista vivente» dicono di lei su Harper’s Bazaar nel 1937, come se dimenticassero – impossibile non saperlo – quanto lei tenga al suo caratteristico «Mademoiselle». «I suoi vestiti, i suoi profumi sono creati con un istinto impeccabile per il dramma. Il suo Profumo N° 5 è come quella musica soft che fa da sottofondo nelle scene d’amore. Accende l’immaginazione, fissa indelebilmente la scena nei ricordi dei protagonisti.» Ma non bisogna mai abbassare la guardia.

A settembre 1939 scoppia la Seconda guerra mondiale e Coco Chanel, d’istinto, come ha sempre agito, chiude la sua Maison, stavolta definitivamente, dopo la sospensione temporanea delle attività nel 1936 per lo sciopero dei suoi dipendenti. A cinquantasei anni, senza Boy che l’ha appoggiata e consigliata durante il primo conflitto mondiale, con responsabilità da uomo e un impero sulle spalle, non se la sente più di



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