Come allevare un bambino felice by Françoise Dolto

Come allevare un bambino felice by Françoise Dolto

autore:Françoise Dolto [Dolto, Françoise]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852028298
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


La realtà e l’immaginario

(La fuga, la paura, la menzogna)

Tre lettere molto differenti che riguardano comunque la stessa difficoltà. Una specie di rifiuto della realtà. Ecco, anzitutto, una famiglia dove ci sono un bambino di cinque anni, uno di ventisei mesi e una bimbetta di quattro mesi. Il primogenito da piccolo piangeva, in un modo inquietante, a sentire le nonne che lo hanno allevato: senza rumore e rimanendo quasi senza fiato, tanto da chiedersi se avrebbe ripreso a respirare.

È qualcosa di molto simile al cosiddetto «spasmo da singhiozzo».

Poi, è andato tutto a posto. Ma, adesso, è il fratello che preoccupa. Piange, sembra, silenziosamente, ma soprattutto fino a «contrarsi totalmente». Riverso, irrigidisce le mani e il corpo. Dopo queste piccole crisi, riemerge, sperduto, sorpreso e molto stanco. Per evitare che si ferisca (potrebbe cadere comunque e dovunque), quando ci si accorge che sta per iniziare un attacco di collera di questo genere (e bisogna fare attenzione perché tutto avviene in silenzio) lo si allunga per terra, a pancia in giù. La madre non si preoccupa troppo. Scrive: «Gli passerà, visto che è passata al grande».

Ha sicuramente ragione. Ma ha scritto ancora una cosa che mi sembra importante: «Le segnalo che non ha incominciato a piangere in questo modo alla nascita della sorellina. Lo faceva già prima. Ha iniziato verso Natale, dopo una grossa rinofaringite con quaranta di febbre». Ora, quel che mi interessa è che la madre era appunto incinta di tre mesi. Ed è generalmente in quel momento, quando una madre è incinta di tre mesi, che quello che è nato prima ha delle difficoltà di ordine psicosomatico: forse perché non gli si è detta la novità, o l’ha sentita dire senza che si parlasse direttamente con lui.

Comunque sia, credo che si possa aiutare questo bambino, quando gli succede, non sdraiandolo per terra ma, al contrario, prendendolo fra le braccia e dicendogli sottovoce all’orecchio: «Anche se hai una sorellina, non sei amato di meno». Una volta che è tornato al suo stato normale, gli si spieghi: «Ti ricordi quando sei stato malato, a Natale? Sapevi che la mamma aspettava una sorellina ma non te lo abbiamo detto, e tu volevi ritornare dentro alla pancia della mamma perché sentivi bene che si stava preparando qualcosa. Avevi ragione!». Sono convinta che dopo qualche attacco di «collera», tutto passerà.

Anche se il caso è eccezionale, consente di ricordare a tutte le madri incinte, anche di qualche mese, che bisogna dirlo ai figli.

Non sempre così presto. Perché aspettare poi parecchi mesi, per un bambino, è molto lungo. A meno che non abbia manifestato qualcosa, come nel caso che abbiamo visto adesso. In questo caso il bambino (di ventidue mesi) era sensibile e anche telepatico, e i bambini lo sono, quando sono piccoli, lo sappiamo.

Ma credo che si possa aggiustare.

Sarei tentata di domandarmi se il fratello maggiore non sia, anche lui, fuggito un po’ dalla realtà, nella vita immaginaria, in base a quello che ci hanno scritto sul suo modo di giocare con un mucchio di cordicelle,



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