Come fiori che rompono l'asfalto. Venti storie di coraggio by Riccardo Gazzaniga

Come fiori che rompono l'asfalto. Venti storie di coraggio by Riccardo Gazzaniga

autore:Riccardo Gazzaniga [Gazzaniga, Riccardo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2020-08-24T12:00:00+00:00


«Ci sono due soli sindacati, in questo paese. Il sindacato del capitale e il sindacato del lavoro. Di quale volete far parte? Non avete i soldi per stare coi capitalisti, dunque è meglio che facciate parte della massa di gente onesta.»

Per Mother Jones i lavoratori devono diventare padroni del loro destino e possono riuscirci solo con un’unità interna che non penalizzi afroamericani e stranieri, superando le distinzioni etniche.

Un giorno, quando una donna nera, colpita dal modo in cui Mother Jones sostiene la sua causa, chiede di poterle baciare la gonna in segno di gratitudine, lei la invita a non chinarsi, dicendo: «Non baciarmi nella polvere, sorella, ma qui sul petto, cuore contro cuore».

Nel 1912 Mary è protagonista, in West Virginia, del tragico sciopero di Paint e Cabin Creek, che dura oltre un anno e causa una perdita economica di circa cento milioni di dollari e, soprattutto, cinquanta morti violente, senza contare i minatori uccisi dalla denutrizione e dalla fame.

In questa protesta i lavoratori delle miniere chiedono diritti sindacali e uguaglianza di stipendio rispetto ai minatori di altre zone, ma la risposta dei padroni delle miniere è assoldare militari per rompere lo sciopero e cacciarli dalle loro case costringendoli ad accamparsi in tende, in un crescendo di violenze e disperazione. Mother Jones non solo parla ai minatori, ma va di persona nei campi tendati, diventa un punto di riferimento delle loro vite.

Il conflitto arriva al punto che le milizie dei proprietari delle miniere usano treni sui quali hanno montato armi automatiche e i minatori rispondono al fuoco con i fucili. In tutto questo, rischiando la sua stessa vita, Mary viene arrestata e portata a processo per aver incitato alla rivolta e, persino, con l’accusa di cospirazione per omicidio. Mary rifiuta ogni forma possibile di pentimento; nonostante la sua celebrità e i suoi settantacinque anni di età, viene condannata a vent’anni di prigione, e intanto si ammala di una grave patologia polmonare.

Per fortuna il cambio di governatore nella regione le permette di ottenere gli arresti domiciliari. Mother Jones riesce a mandare una lettera segreta al senatore John Worth Kern, sensibile ai problemi del lavoro, che si adopera per farla liberare e far aprire un’inchiesta sulle drammatiche condizioni di lavoro dei minatori che si allarga a più Stati del paese.

L’età e le condizioni di salute farebbero pensare che questa donna sia pronta a ritirarsi, ma non va così, perché le proteste si spostano in Colorado, dove il tasso di incidenti mortali sul lavoro è altissimo e i minatori denunciano di essere trattati peggio dei muli che le compagnie usano per i trasporti nelle miniere.

Gli scioperi vedono protagonisti molti lavoratori poverissimi italiani, greci, slavi, messicani che, anche in questo caso, vengono cacciati dalle loro case e finiscono a sopravvivere in accampamenti dalle condizioni disumane.

A Ludlow, alle dieci del mattino del 20 aprile 1914, giorno in cui i minatori festeggiano la Pasqua greco-ortodossa, una milizia privata circonda il loro accampamento e inizia a sparare colpi di mitra. I minatori reagiscono, ma finiscono le munizioni e la milizia entra nel campo, uccidendo i capi della protesta per poi incendiare le tende.



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