Come funziona la musica: La scienza dei suoni bellissimi, da Beethoven ai Beatles e oltre by John Powell

Come funziona la musica: La scienza dei suoni bellissimi, da Beethoven ai Beatles e oltre by John Powell

autore:John Powell [Powell, John]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Social Science, History & Criticism, ebook, Music
ISBN: 9788862568586
Google: M4HXuj44laMC
editore: Salani
pubblicato: 2012-01-25T23:00:00+00:00


La posizione dei supporti che sostengono una lamella di glockenspiel consente loro di flettersi in un modo soltanto, ovvero quello che produce la frequenza fondamentale. Tutti gli altri tipi di flessioni sono soppressi perché richiederebbero un movimento della lamella in corrispondenza dei supporti.

Il pianoforte

Per i ragazzini di undici anni e per altre persone diligenti a cui piace collezionare fatti, sarà un piacere spiegarvi che il pianoforte è uno strumento a percussione. Uno strumento a percussione è uno strumento in cui qualcosa colpisce qualcos’altro per produrre un suono. Ma che cosa significa nel caso di un pianoforte?

All’interno di un pianoforte ciascun tasto è attaccato a una serie di leve. Le leve azionano un martelletto di legno rivestito in feltro che colpisce una delle corde dello strumento. L’intensità della nota emessa è determinata dalla velocità con cui il martelletto si sta muovendo quando colpisce la corda. Mentre si avvicina alla corda, il martelletto non è più connesso alle leve, il che significa che può rimbalzare allontanandosi immediatamente dalla corda; e deve essere così, perché altrimenti si fermerebbe sulla corda impedendole di vibrare.6

Quando si parla del ‘suono’ di un violinista, ciò che si intende è una valutazione della qualità delle note che egli produce. Questa qualità globale è la combinazione di vari fattori: la qualità dello strumento, la precisione con cui il violinista appoggia le dita sul manico (e come le fa ondeggiare per produrre un effetto di vibrato) e la padronanza con cui muove l’archetto. I violinisti e i flautisti hanno un grande controllo sul volume e sul timbro di ogni nota che eseguono per tutta la sua durata. La stessa cosa non vale per gli strumenti a percussione come lo xilofono o il pianoforte. Con gli strumenti di questo tipo, si dà avvio alla nota e poi quella prosegue da sola; al massimo, se lo si desidera, la si può troncare. Non c’è comunicazione tra la nota e il pianista mentre la nota si sviluppa.

Perciò il pianista possiede un tipo di ‘tocco’ diverso rispetto al violinista. I due strumenti sono ugualmente difficili da suonare ad alto livello, ma le abilità richieste sono differenti. Un pianista può controllare soltanto il volume della nota, il momento in cui inizia e la sua durata. D’altra parte deve controllare tutte queste cose per un numero di note suonate contemporaneamente che può arrivare a dieci, e questa è un’impresa maledettamente difficile. Un pianista molto bravo può calare insieme tutte e cinque le dita di una mano sulla tastiera per eseguire un accordo, ma può calare una di quelle cinque dita con una velocità leggermente più elevata per conferire a una delle note che formano l’accordo un’intensità maggiore.

È anche interessante notare che su un pianoforte le note suonate a volume basso hanno un timbro diverso da quello delle note suonate ad alto volume, perché quando si colpisce una corda con maggior forza si ottiene un diverso amalgama di armonici. Colpendo una corda con forza si tende infatti a favorire gli armonici alti, e ciò conferisce alla nota un suono più complesso e aspro.



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