Come granelli di senape (Italian Edition) by Laila Ibrahim

autore:Laila Ibrahim [Ibrahim, Laila]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-08-05T22:00:00+00:00

Jordan si aspettava delle sale grandi e ben arredate, invece l’Ufficio degli schiavi liberati era una stanzetta squallida che aveva a malapena una scrivania. Si trovava praticamente all’ombra del Campidoglio della Virginia, il quartier generale della Confederazione fino a poco tempo prima. Mentre camminavano verso quel sinistro edificio, Jordan si tranquillizzò pensando che gli Stati Uniti avevano vinto la guerra.

Quando entrarono, un bianco alzò lo sguardo dal lavoro che stava facendo. Non c’era nessun altro nella stanza. Una parete dell’ufficio era tappezzata di manifesti che illustravano il nuovo diritto concesso a tutti gli americani. O almeno a ogni maschio.

«Come posso aiutarvi?» chiese l’uomo.

Samuel andò verso di lui con la mano tesa. «Sono Samuel Freedman.»

L’uomo si alzò e gli strinse la mano. «Piacere. James Brooke.»

«Avremmo bisogno di aiuto per ritrovare alcuni nostri familiari. Ci pare di capire che esiste un registro in cui potrebbero essere stati inseriti.»

Mr. Brooke indicò la sedia, frugò nei cassetti e tirò fuori un registro. Si comportava come se Samuel fosse da solo, offendendo così Jordan e la madre. La ragazza rammentò a se stessa che quello non era il luogo in cui mettersi a questionare per ottenere rispetto.

«Bene, Mr….»

«Freedman. Dovrebbe essere un cognome facile da ricordare» scherzò Samuel.

Mr. Brooke aggrottò la fronte, e rise quando capì la battuta. «Ah, sì! Bene, Mr. Freedman, farò quello che posso per ricongiungervi ai vostri cari nel poco tempo che ho a disposizione. Però vi avverto di non aspettarvi troppo da questo ufficio.»

Samuel annuì.

«Ci hanno comunicato che tra due mesi chiuderemo. Per il governo federale, la nostra attività qui è finita. Sapete quante persone hanno trovato lavoro grazie all’Ufficio degli schiavi liberati in Virginia?» chiese, la voce carica di emozione. Guardò Samuel trepidante.

L’uomo scosse il capo. Anche Mattie e Jordan lo fecero, ma l’impiegato non stava prestando loro la minima attenzione.

«Centoquarantatré» dichiarò. «Sapete quanti sono gli abitanti della Virginia?» Senza aspettare una risposta, proseguì: «In questo bel territorio risiedono circa centocinquantamila persone. Un terzo è composto da schiavi liberati. Gli altri sono quasi tutti confederati decisi a conservare lo stato di cose che preferiscono.» L’uomo sospirò. «Abbiamo fatto del bene, ma tante volte non sembra sia abbastanza.» Prese la penna. «Nome?»

«Samuel Freedman» rispose Samuel, chiaramente frustrato dalla mancanza di attenzione dell’uomo.

«Non il vostro. Quello dei vostri parenti.»

«Sophia ed Ella.»

«Cognome?» chiese l’impiegato senza alzare lo sguardo.

«Abbiamo motivo di credere che usino il cognome Brown.»

«Ultima posizione conosciuta?» continuò Mr. Brooke.

«North Carolina.»

«Potete essere più specifico?» chiese l’uomo.

«Piantagione Hope» rispose Samuel.

«Le avevo chiesto di essere più specifico» disse l’uomo.

«Sì, signore» replicò Samuel. «Sono state vendute da Fair Oaks, vicino Charles City, alla piantagione Hope, nel North Carolina. Il senatore Stone era il proprietario, all’epoca.»

«Età?» continuò l’uomo.

«Nove e dodici anni» rispose Samuel.

L’uomo sospirò. «Adesso o allora?»

«Adesso.»

«Quando sono state vendute?» chiese lui.

«Nel 1864.»

L’uomo alzò lo sguardo, le labbra arricciate in un’espressione preoccupata. Sospirò e disse: «Dopo l’emancipazione.» Scosse il capo lentamente. «Mi sono trasferito qui per essere al servizio di una giusta causa, ma temo che sia la nostra causa a essere persa.» L’uomo fissò il vuoto e poi chiese: «Da dove venite?»

«Ohio» rispose Samuel.

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