Come innamorarsi del capo by Whitney G

Come innamorarsi del capo by Whitney G

autore:Whitney G. [G., Whitney]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-07-11T22:00:00+00:00


La mattina seguente mi appoggiai allo schienale della poltrona del mio ufficio e premetti il pulsante “ignora” tutte le volte che Preston mi chiamava.

Dopo dieci rifiuti palesi, venne da me guardandomi con gli occhi socchiusi.

«Posso aiutarti, Preston?»

«Preston?». Alzò un sopracciglio.

«Oh, giusto. Devo chiamarti “signor Parker” quando siamo in ufficio?»

«Lo preferirei, visto che nessun altro dipendente ha il permesso di fare diversamente».

«Okay. Be’, cercherò di ricordarmelo la prossima volta, Preston». Mi strinsi nelle spalle. «Come posso aiutarti, stamattina?»

«È pomeriggio, maledizione».

«Ah, sì?». Gli sorrisi e mi girai sulla poltrona, guardando l’orologio. «Le due, davvero? Wow, il tempo vola ultimamente».

«Signorina Lauren…».

«Sì?». Mi voltai per guardarlo in faccia di nuovo. «Stava dicendo che ha bisogno di me per qualcosa?»

«Tanto per cominciare, dal momento che ha dato a tutti gli stagisti dei giorni liberi senza aver avuto autorizzazione a farlo ed è nuovamente in enorme ritardo, può andare allo Sweet Seasons a prendermi del caffè».

«Non penso. Non le serve più il caffè dello Sweet Seasons», dichiarai alzandomi in piedi e andando al mio mobiletto bar. «Ho qualcosa di ancora meglio e più rapido per lei». Aprii lo sportello mostrando la mini-macchina per caffè che non avevo mai avuto la possibilità di usare, attaccai la spina al muro e a quel punto ebbi la certezza che Preston stesse per dare in escandescenze.

«Ci mette solo due minuti a scaldarsi, e il caffè in genere è pronto pochi secondi dopo», dissi aprendo un pacchetto di capsule di caffè economico simil-colombiano. «E so quanto è esigente sulla goccia di cioccolato che lo ssc mette sul fondo di ogni tazza, perciò…», scartai un cioccolatino e lo lasciai cadere in una tazzina di cartone. «Ecco qui».

Sistemai la tazza sulla griglia e premetti l’avvio. «Ora che è sul punto di gustarsi un caffè “tipo colombiano”, mi dica, cos’altro le serve?».

La vena sul collo gli si gonfiò, ma lui mantenne un’espressione impassibile. «Dopo che sarà andata allo Sweet Seasons e mi avrà preso il caffè che voglio, la prossima cosa che dovrà fare…».

«Non ho acconsentito a fare la prima».

«Lei lo farà, lo so benissimo», replicò fulminandomi con gli occhi. «E dopo mi porterà il report sui primi dieci alberghi di fascia economica su cui ha lavorato negli scorsi quattro mesi, in modo che possiamo vedere insieme i calcoli».

«Ho smesso di lavorarci un po’ di tempo fa», spiegai. «Ma sarò lieta di inviarle il dieci per cento che ho completato. Sono certa che saprà fare lei il restante novanta. In fondo è l’amministratore di questa azienda. Non le farà male sporcarsi le mani per qualche giorno».

Inspirò aria dalla bocca, lentamente, come se stesse per tirare fuori il «Sei licenziata, cazzo!» che mi meritavo, invece niente. Anzi, fece un passo indietro e sorrise.

Aspettai che si prendesse l’ultima parola, che mi aggredisse con una delle sue battute finali, invece non arrivò nulla.

«Si goda il resto della giornata, signorina Lauren», disse. «È stato un piacere avere il suo punto di vista su tali questioni». Lasciò il mio ufficio senza dire altro, senza voltarsi con un ghigno. Niente.

Confusa, corsi alla mia scrivania e sfogliai i miei appunti intitolati Come fare in modo che lui mi licenzi.



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