Come non scrivere by Claudio Giunta

Come non scrivere by Claudio Giunta

autore:Claudio Giunta
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788851160784
editore: De Agostini Libri
pubblicato: 2018-01-23T16:00:00+00:00


ASSICURATEVI CHE LA VOSTRA CITAZIONE SIA CORRETTA

Nella gran parte dei casi, del resto, la citazione non ha lo scopo di corroborare la propria argomentazione (cosa riuscita nel caso di Santayana, non riuscita nel caso di Borges), ma ha soltanto lo scopo di colpire l’immaginazione o la sensibilità del lettore, di emozionare più che di convincere. In questi casi di solito si citano dei versi, e la citazione è un po’ l’equivalente di un buono slogan pubblicitario: non vuol dire granché, ma s’incide o vorrebbe incidersi nella memoria. In generale, lasciate stare. Se il verso è famoso, fate la figura degli sprovveduti («E come dice il Sommo Poeta “E quindi uscimmo a riveder le stelle”» non è una frase brillante ma patetica); se il verso non è famoso fate la figura dei professorini, e nessuno vuole frequentare i professorini. In ogni caso, se per esempio decidete di citare una poesia in un discorso pubblico, assicuratevi che quella poesia sia davvero del poeta di cui credete che sia. E non fidatevi di internet! Qualche tempo fa, l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in visita in Argentina, ha citato in un discorso un verso di una poesia sull’amicizia di… Borges, sempre lui. Solo che i suoi collaboratori avevano cercato male, pescando senza criterio dalla rete (probabilmente avevano messo su Google la stringa Borges amicizia): il verso circolava sotto il nome di Borges, ma non era di Borges, e Renzi ci ha fatto una magra figura.

Insomma, non ammobiliate i vostri discorsi o la vostra prosa con troppe citazioni. E quelle poche citazioni che fate controllatele sempre su edizioni attendibili, badando bene che l’autore sia davvero quello che pensate e, soprattutto, riportando nel vostro discorso le parole esatte dell’autore, non quelle che trovate nel primo sito della lista di Google. Perché anche per le citazioni, ovviamente, vale la Legge di Borg: bisogna impegnarsi, non bisogna essere sciatti, bisogna essere precisi. Se Dante scrive «non ragioniam di lor, ma guarda e passa» non bisogna storpiare il verso dicendo o scrivendo ‘non ti curar di lor, ma guarda e passa’.

Ma sulla Legge di Borg non s’insiste mai abbastanza, perciò consideriamo con più calma un paio di casi in cui la citazione sbagliata non si trova nei discorsi di uomini politici frettolosi ma nelle pagine di insigni studiosi. Primo esempio:

Se tale è la struttura del dettato poetico, allora le terzine di Pur. XXIV 49-63 andranno rilette in conseguenza. Innanzitutto la doppia scansione spira / noto e detta / vo significando (come anche la duplicazione I’ / un) corrisponde al doppio eccesso e alla doppia ineffabilità del Convivio che, definitivamente acquisita come felice principio poetico, delimita ora lo spazio in cui veramente, secondo l’intenzione topica di Dante, l’invenzione può rovesciarsi in ascolto (e trascrizione) e l’ascolto in invenzione. Il muoversi ‘stretto’ della penna «di retro al dittatore» non potrà, quindi, significare una semplice adesione; piuttosto – in quanto la penna aderisce al dettato proprio attraverso la sua insufficienza – a «stretto» andrà restituito il senso di «impedito, in difficoltà»,



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