Corinna De Cesare by Ciao per sempre (2021)

autore:Ciao per sempre (2021)
Format: epub

C’è una ragione perché sono tornato in questo paese…

Capitolo 12

La festa della Madonna era da poco finita e aveva lasciato a Margherita, esattamente come ricordava, un sapore amaro in bocca: le luminarie erano state smontate, le auto erano diminuite, l’area pedonale non esisteva più. I ciao nè, i forestieri che arrivavano in paese per le vacanze, se n’erano tornati nelle loro città e anche i Lolli erano rientrati a Roma lasciando la casa immersa in un discreto silenzio. Nessun battibecco in cucina, nessun lavoretto di manutenzione del signor Lolli, spariti i dialoghi con il televisore alla maniera della nonna. Era un’abitudine di casa, quella di parlare alla tv come se potesse rispondere. La signora Lolli lo faceva generalmente lamentandosi con il telegiornale. Qualunque notizia dessero che riguardava la politica, lei borbottava ad alta voce dell’Italia e delle tasse che aumentavano, dei soldi che se magnano, perché tanto er mejo c’ha la rogna, basta che poi chiedono i sordi a ’nnoi.

Nonna Carmela invece si dondolava su una sedia in vimini vicino alla finestra e parlava con i protagonisti dei film.

Hai fatto bene!

E smettila di piangerti addosso…

L’ha lasciata così?

Alla tv davano Come eravamo e un temporale agostano aveva bloccato le frenetiche attività di Margherita. Lei era seduta a terra, con le gambe incrociate e ogni tanto sentiva qualche commento ad alta voce. La nonna aveva una penna e dei fogli in mano ma non era riuscita a non sbirciare, di tanto in tanto, il televisore a colori da dove spuntava il cespuglio di capelli di Barbra Streisand.

Il padre di Margherita era l’unico che si sottraeva a quel rito di famiglia e la maggior parte delle volte se ne lamentava perché non riusciva mai a capire le notizie del Tg. La prima volta che Alberto entrò nella casa di Collina, i Lolli stavano inscenando uno di quei soliti siparietti catodici.

«Poverina, guarda la macchina accartocciata».

«E statt cett, mi fai sentire?» protestò il signor Lolli.

«Secondo me è morta, quell’auto è una scatoletta di tonno. Certo, che vita sfortunata. Ma che ci faceva a Parigi Lady D?»

«Nan se capesc nodd».

Margherita si imbarazzò, Alberto le accarezzò la guancia facendola arrossire.

C’era stata subito sintonia tra loro, quella di chi sta insieme da tanto tempo e sa prevedere le azioni dell’altro, i gesti, le risposte, le reazioni. Si erano conosciuti a scuola da qualche mese, quando era partita una corrispondenza di sguardi e bigliettini d’amore. Se li lasciavano sui motorini dopo le lezioni, incastrati tra il parabrezza e il manubrio.

Del bigliettino consegnato al bar invece, Margherita si era pentita subito dopo e continuò a pensarci nei giorni a seguire, quando rimase da sola e osservava i cambiamenti in corso in paese come piccole grandi rivoluzioni: l’Andromeda di Peppino che diventava multisala, il rinvenimento di un sito neolitico che risaliva a ottomila anni prima ma che rischiava di diventare una discarica ‘con annessi impianti di trattamento dei rifiuti’, il comitato NOdiscarica che minacciava guerra all’amministrazione comunale. Una storia che andava avanti da una decina d’anni tra sequestri, faldoni spariti, rischi idrologici e interrogazioni parlamentari.

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