Corruzione a norma di legge by Giorgio Barbieri & Francesco Giavazzi

Corruzione a norma di legge by Giorgio Barbieri & Francesco Giavazzi

autore:Giorgio Barbieri & Francesco Giavazzi [Barbieri, Giorgio & Giavazzi, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2014-01-14T23:00:00+00:00


La cricca in laguna

Ma è l’inchiesta della Procura di Firenze sulla cosiddetta «cricca dei lavori pubblici» a chiarire quanto siano stretti i legami tra Venezia e Roma. Angelo Balducci, per anni presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, a Venezia si era già occupato della ricostruzione del Teatro La Fenice dopo l’incendio del 1996 e aveva seguito l’appalto per il nuovo Palazzo del Cinema del Lido. Un progetto che alla fine ha lasciato unicamente buchi, e non solo in senso fisico. Ma che Balducci fosse «il numero uno», la persona giusta da sistemare al posto giusto, lo sosteneva anche il governatore Galan, intercettato dai magistrati al telefono proprio con lui. Era il 4 febbraio 2009 e si doveva individuare il commissario per la costruzione del Palacinema al Lido. «Stiamo cercando il commissario per la costruzione per il nuovo Palacinema […]. La persona più indicata al mondo ci sembreresti tu» gli dice il governatore per poi specificare quali siano i suoi punti di forza. «Ho pensato che la cosa migliore sarebbe che il commissario fosse uno con forti agganci romani, anche economici e nelle stanze che comandano. Però che il numero uno fosse uno con il tuo profilo.»31

Dunque per Galan gli «agganci» contano più delle competenze professionali. O meglio: per il governatore del Veneto le competenze professionali si misurano in funzione degli «agganci». Le manovre per arrivare alla nomina di Balducci, che non andrà in porto perché l’incarico di commissario sarà affidato al vice di Bertolaso alla Protezione civile, Vincenzo Spaziante, offrono comunque uno spaccato di come vengono gestite le opere pubbliche in Italia.

Si tratta di una fitta rete di legami che non implica necessariamente malaffare, ma pone diverse domande. Una di queste, decisiva e rimasta senza risposta, l’ha posta il professor Gherardo Ortalli, esponente veneziano di Italia Nostra: «Si vada a vedere […] cosa è successo nelle riunioni che hanno approvato progetti delicati, chi erano i componenti delle commissioni, se tutto è stato fatto in maniera regolare». Con ogni probabilità si riferisce a quanto era accaduto nel 2006, quando Romano Prodi era tornato al governo e Cacciari aveva ottenuto la nomina di una commissione per mettere a confronto progetti alternativi al MoSE. A presiederla era stato chiamato Enrico Letta (la cui Fondazione VeDrò aveva ricevuto, seguendo le modalità previste dalla legge, alcuni finanziamenti da parte del Consorzio Venezia Nuova) e a coordinarla il segretario generale della presidenza del Consiglio Carlo Malinconico, le cui vacanze all’Argentario venivano pagate «a sua insaputa» da un imprenditore della cricca delle grandi opere «per conto» dell’ingegner Balducci, lo stesso al quale era stata affidata la relazione sul MoSE. E tutte queste persone che decisioni presero? Come abbiamo visto, con un blitz Prodi fece approvare in Consiglio dei ministri la relazione secondo cui, nonostante le ampie documentazioni presentate dal sindaco Cacciari, non erano emersi «elementi nuovi che inducano a modificare il progetto originario».

Appare dunque chiaro come il destino del MoSE interessi direttamente una fetta importante dell’apparato amministrativo dello Stato che dai lavori in laguna trae importanti benefici economici.



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