Cosmo Argento 104 I Linguaggi di Pao by Jack Vance

Cosmo Argento 104 I Linguaggi di Pao by Jack Vance

autore:Jack Vance [Vance, Jack]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-05-04T22:00:00+00:00


La mattina dopo, i nuovi studenti furono convocati in una sala di nuda pietra il cui soffitto era di vetro trasparente. I deboli raggi del sole vi penetravano obliqui e formavano sulla parete una netta linea di demarcazione fra ombra e luce.

A ricevere il gruppo apparve un giovane assistente dell'Istituto: Finisterle, uno dei numerosi figli di Palafox. Alto, più magro della media, col naso a becco come quello del padre e la fronte imponente, ma con tristi occhi castani e pelle scura ereditati dall'ignota madre. Parlò con voce pacata, quasi dolce, passando lo sguardo dall'uno all'altro degli studenti; e Beran, che l'aveva già visto molte volte, si chiese se Finisterle l'avrebbe riconosciuto.

— In un certo senso — disse l'assistente, — voi fate parte di un gruppo sperimentale. È necessario che molti paonesi apprendano rapidamente molte lingue, e l'addestramento qui su Forza Sospesa può essere un mezzo per ottenere questo scopo.

«Forse qualcuno di voi si domanderà perché dovete imparare tre lingue nuove. La risposta è semplice: voi costituite un gruppo scelto, direttivo; voi dovrete coordinare, accelerare, istruire. Ma forse questo non risponde del tutto alla vostra domanda. Perché, vi chiedete, qualcuno dovrebbe imparare una nuova lingua? La risposta si trova nella scienza della linguistica dinamica. Ora ve ne esporrò i principii fondamentali, ma senza dimostrazioni o commenti: per ora dovete accettarli a scatola chiusa.

«L'idioma determina il modo di pensare, la sequenza con cui vari tipi di reazioni seguono gli atti.

«Nessuna lingua è neutra. Tutte influiscono sulla mentalità di massa, alcune più energicamente di altre. E non c'è una lingua migliore o ottima, anche se nel contesto X la lingua A può essere più adatta della B.

«Da un punto di vista più generale, ogni lingua impone alla mente una certa rappresentazione del mondo. Ma qual è quella "vera"? Esiste una lingua che esprima questa "vera" rappresentazione? Primo, non c'è motivo di ritenere che una "vera" rappresentazione del mondo (sempre che esistesse) sarebbe uno strumento prezioso o vantaggioso. Secondo, non c'è un criterio per definire la "vera" rappresentazione. La "verità" sta nelle idee preconcette di chi cerca di definirla. Qualunque sistema di idee presuppone un giudizio sul mondo».

Beran ascoltava le parole dell'assistente con un vago senso di meraviglia. Finisterle parlava in un paonese quasi privo di inflessioni di Forza Sospesa. I suoi concetti erano molto più elastici e moderati di tutti quelli che Beran aveva avuto occasione di ascoltare all'Istituto.

L'assistente parlò ancora spiegando il sistema di studi. Beran ebbe l'impressione che i suoi occhi si posassero su di lui sempre più spesso e sempre più sospettosi. Si sentí stringere il cuore.

Ma quando Finisterle finì il discorso non accennò minimamente ad avvicinarglisi, e anzi parve che non lo notasse neppure. Beran concluse che non doveva averlo riconosciuto.

Cercò di conservare lo stesso atteggiamento tenuto fino allora, facendosi vedere nelle aule e nelle biblioteche in modo che non si notasse una diminuzione della sua attività.

Il terzo giorno, mentre stava entrando in una cabina di proiezione della biblioteca, si trovò a faccia a faccia con Finisterle. I



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