Cosmo Argento 189 La Barriera Di Santaroga by Frank Herbert

Cosmo Argento 189 La Barriera Di Santaroga by Frank Herbert

autore:Frank Herbert [Herbert, Frank]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


CAPITOLO SESTO

Quando se ne furono andati, lasciando Dasein in piedi, solo, dietro al suo furgone nel cortile della Locanda, lui sollevò lo sguardo sul buio del cielo, smarrito nei propri pensieri. Il bacio della buona notte di Jenny: teso, tremante... Gli pizzicava ancora le labbra. Nell'aria aleggiava un sentore di benzina e di gas di scarico. Da qualche punto all'interno dell'edificio giungeva un debole suono di musica: una radio. La ghiaia del viale si faceva sentire dura e immediata sotto i suoi piedi.

Lentamente, Dasein tirò fuori la mano destra dalla tasca, e l'aprì per fissare la piccola pallottola di materia spugnosa: un oggetto visibile confusamente alla luce dell'insegna della Locanda. Adesso intorno a lui c'era un forte odore di Jaspers.

Dasein studiò l'oggetto che aveva in mano: una pallina compressa di pane, formaggio e prosciutto, il frammento di uno dei panini del pic-nic.

Sanno che l'ho sottratto di nascosto? si chiese.

Discusse per qualche istante tra sé se doveva entrare a cambiarsi d'abito. I calzoni e la camicia che aveva indossato durante il pic-nic, indumenti che si erano inzuppati e gli si erano asciugati addosso, premevano spiegazzati e messi di traverso contro il suo corpo.

Dasein sentì che la sua mente vagava intorno a quella decisione: cambiarsi o non cambiarsi, quello era il problema. Però l'oggetto che stringeva in mano era più immediato. Selador. Sì, Selador doveva entrarne in possesso ed esaminarlo.

Non sto pensando con chiarezza, si disse Dasein.

Si sentì combattuto fra un estremo e l'altro, tra decisioni di enorme portata. La ferita alla testa? si chiese. Ma si fidava di quell'intuizione indotta dallo Jaspers, la quale gli diceva che la ferita non era seria. Però... le decisioni...

Con deliberata concentrazione, Dasein si costrinse a risalire sul furgone. Si appoggiò contro il volante, mise la pallina compressa del panino di Jaspers sul sedile accanto a sé. Avvertì una calda umidità sul fondo dei calzoni. Tirò fuori il portafoglio dalla tasca posteriore... Il portafoglio finì accanto al pezzo di panino.

Adesso, si disse Dasein. Adesso andrò.

Ma ci vollero parecchi minuti prima che riuscisse a chiamare a raccolta l'energia bastante a decidersi ad avviare il motore, uscendo dall'area di parcheggio e prendendo la strada che conduceva a Porterville. Guidò lentamente, consapevole dell'ostacolo creato dall'apatia che bloccava i suoi movimenti.

La luce dei fari illuminava un cuneo di strada che scorreva via e gli alberi ai bordi, la gialla linea centrale, i guardrail, le vie di accesso alle case. Dasein aprì il finestrino, si sporse fuori al vento, cercando di schiarirsi la mente. Adesso si trovava sulla strada che serpeggiando lungo il pendio portava fuori dalla valle, e la sua mente, come un peso morto, parve funzionare sempre più lenta e greve.

Una luce di fari venne verso di lui. Passò oltre.

Scure masse di roccia accanto alla strada: gialle linee centrali, contorte linee cicatrizzate là dove l'asfalto era stato riparato... le stelle sopra la testa... Dasein arrivò infine alla gola che conduceva fuori attraverso gli scheletri neri degli alberi bruciati.

Dasein sentì che qualcosa lo stava tirando indietro, gli stava ordinando di fare marcia indietro e di ritornare a Santaroga.



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