Cosmo Oro 147 Throy:il terzo continente by Jack Vance

Cosmo Oro 147 Throy:il terzo continente by Jack Vance

autore:Jack Vance [Vance, Jack]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SoftBook
pubblicato: 2009-03-23T06:02:49+00:00


CAPITOLO QUINTO

1

Un'edizione recente del Manuale dei Pianeti informò Glawen delle caratteristiche fisiche di Rosalia, della sua complicata geografia e molti altri particolari. Otto larghi continenti e una miriade di isole riempivano un caos di mari suddivisi da baie, canali, fiordi e stretti. Qua e là si apriva una distesa d'acqua abbastanza vasta da meritare l'appellativo di «oceano». In effetti Rosalia, col suo diametro di cento ventiduemila chilometri, disponeva di un'estensione di terre emerse doppia della Vecchia Terra.

La flora e la fauna erano molto diversificate benché, in generale, non ostili alla presenza umana. La sola eccezione degna di nota era costituita dai latranti arborei, che vivevano fra le chiome delle enormi piante, dai latranti d'acqua stanziati lungo i fiumi, nelle paludi e nelle umide tundre del lontano nord, e dei latranti del vento che si trovavano nelle zone desertiche.

Tutte queste varietà di latranti avevano abitudini sostanzialmente sconosciute. Le loro attività sembravano motivate da misteriosi capricci o da una logica assurda, cosicché le storie che li riguardavano erano una continua fonte di inorridito e affascinato stupore.

Rosalia ospitava pochi e sparsi insediamenti umani. La popolazione di Porto Mona, la città maggiore, variava dai venti ai quarantamila abitanti, fluttuazione dovuta agli arrivi e alle partenze dei lavoratori stagionali.

A Porto Mona c'erano uno spazioporto, un certo numero di alberghi malandati, agenzie di società straniere, botteghe, magazzini, e gli uffici amministrativi di un curioso doppio governo.10

Il primo colonizzatore del pianeta era stato William Whipsnade, meglio conosciuto come «Willie il Selvaggio». Costui aveva eliminato numerosi avversari e suddiviso la superficie di Rosalia in segmenti verticali larghi duecento chilometri, vendendoli poi ai successivi coloni Gaeani con un enorme guadagno. Cinquantanni dopo, quando si erano smorzate le conseguenze della sua cruenta attività, era stata fondata l'Associazione dei Proprietari Terrieri, limitata al numero chiuso di centosessanta membri. Al Primo Convegno dell'Associazione, i rancheri avevano votato un certo numero di leggi fra cui l'obbligo di non suddividere mai le loro proprietà… anche se un ranchero poteva vendere tratti della sua tenuta al proprietario adiacente, cosa che col tempo aveva prodotto l'espandersi di molti ranch e la riduzione di altri. Il Ranch Salice delle Paludi occupava quasi due milioni di chilometri quadrati. Il Ranch Aigle-Mort ed il Ranch Stronsi raggiungevano una superficie di poco inferiore. Altri, come il Ranch Giglio Nero ed il Ranch Triangolo di Ferro misuravano circa centosessantamila chilometri quadrati, e il Ranch Flalique appena ottantamila.

I ranch, nessuno dei quali era coltivato in modo intensivo, non producevano grandi profitti economici, e tuttavia questa non era considerata la loro funzione principale. Per aumentare gli introiti alcuni rancheri avevano cominciato a ospitare turisti sulle loro proprietà, alloggiandoli in bungalow, nutrendoli con le rustiche «specialità» della cucina locale e presentando loro conti molto salati per quel privilegio.

I turisti potevano tuttavia godersi lunghe gite organizzate in territori assai panoramici, come le Piane del Miele Selvatico con la loro profusione di piccole piante e di insetti camuffati da fiori; la Foresta Dinton, dove i tronchipadre, gli alberi-pipa e i brouhas superavano i trecento metri d'altezza,



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