Crash by J G Ballard

Crash by J G Ballard

autore:J G Ballard [Ballard, J G]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9780614207392
Amazon: 0614207398
editore: NOONDAY PRESS
pubblicato: 1996-09-15T00:00:00+00:00


12

Vaughan aveva ragione. Le fantasie sessuali di Catherine cominciarono sempre più ad avere lui come attore. La sera, mentre giacevamo insieme nel nostro letto, lo accostavamo attraverso il pantheon dei nostri partner ordinari così come lui ci pedinava per gli atrii dei terminal.

«Dobbiamo procurarci dell’altro hascisc» disse Catherine, levando gli occhi alle luci del traffico sventaglianti attraverso le finestre. «Perché Seagrave è tanto ossessionato dalle attrici cinematografiche? Tu dici che è perché vuole scontrarcisi?»

«L’idea gliel’ha messa in testa Vaughan, che lo sta usando per un suo e-sperimento.»

«E la moglie?»

«Fa quello che vuole Vaughan.»

«E tu?»

Catherine mi dava le spalle, le natiche premute contro il mio inguine.

Nel sistemare il pene lasciai scorrere lo sguardo dal mio ombelico sfregiato al solco tra le sue natiche, immacolato come quello di una bambola. Le presi i seni nelle mani, e la sua cassa toracica mi schiacciò l’orologio contro l’avambraccio. La sua passività era ingannevole: sapevo infatti, per lunga esperienza, che essa preludeva a una fantasia erotica, a un esame lento e avvolgente di qualche nuova preda sessuale.

«Se faccio anch’io quello che vuole lui? No. Ma è difficile sapere dove stia il centro della sua personalità.»

«Non ti dà fastidio tutto questo suo fotografare? Sembrerebbe che stia usando anche te.»

Cominciai a giocare con il suo capezzolo destro. Non ancora pronta per questo, mi prese la mano e me l’allargò sul seno.

«Vaughan è uno che si annette il prossimo. Nel suo stile resta ancora un forte elemento di personaggio televisivo.»

«Poveretto. E tutte queste ragazze che si prende — alcune sono poco più che bambine.»

«Tu continui a tornare alle ragazze: ma a Vaughan interessa la tecnologia, non il sesso.»

Premette il capo nel cuscino, in un gesto familiare di concentrazione.

«A te, Vaughan piace?»

Tornai a spostare le dita sul suo capezzolo e cominciai a farlo erigere. Le sue natiche si mossero all’incontro del pene. La sua voce assunse un tono grave, spesso.

«In che senso?» domandai.

«Nel senso di affascinarti.»

«Be’, qualcosa di affascinante in lui, anzi nelle sue ossessioni, c’è.»

«La sua macchina vistosa, il suo modo di guidare, la sua solitudine. Tutte le donne che ci ha scopato. Deve sapere di seme…»

«Infatti.»

«Lo trovi attraente?»

Le sfilai il pene dalla vagina e ne puntai il glande contro l’ano, ma lei se lo riportò di scatto nella vulva con la mano.

«È molto pallido, e tutto segnato di cicatrici.»

«Però a te piacerebbe scoparlo? E in quella macchina?»

Feci una pausa, sforzandomi di trattenere l’orgasmo che mi montava come una mareggiata su per l’asta del pene.

«No. Ma c’è qualcosa di affascinante in lui, specialmente mentre guida.»

«È il sesso — il sesso e quella macchina. Gli hai visto il pene?»

Mentre le descrivevo Vaughan, ascoltavo la mia voce salire leggermente sopra i rumori dei nostri corpi. Passai in rassegna gli elementi che costituivano la mia immagine mentale di Vaughan: le natiche sode trattenute dai jeans frusti durante il suo ruotare su un’anca per smontare di macchina; la pelle olivastra dell’addome, quasi rivelante il triangolo pubico durante il suo abbandonarsi dietro il volante; il corno del pene semieretto contro il bordo inferiore



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