Crescere un figlio by Alessandro Volta

Crescere un figlio by Alessandro Volta

autore:Alessandro Volta [Volta, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Health & Fitness, Pregnancy & Childbirth
ISBN: 9788852033872
Google: 5pYpxBDsZfMC
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2013-01-29T03:20:51+00:00


Guille

Cara mamma,

manca poco a Natale e tra qualche giorno faremo la recita a scuola. Io credo che non riuscirai a vedermi, o forse sì perché papà molte volte, quando va a prendere l’aperitivo con zio Jaime e con zio Juan, dice che «adesso tutti quanti possono vedere qualsiasi cosa, è impossibile fare qualcosa senza essere scoperti, siamo tutti schedati, e non dite che esagero, per favore», e il sopracciglio gli diventa grosso e nero sugli occhi, come una visiera.

Alla fine Nazia non potrà cantare nella recita perché i suoi genitori l’hanno messa in punizione. Dovrò farla da solo, e dovrò fare la parte di Mary Poppins invece che quella di Bert, lo spazzacamino, perché, ovvio, non posso essere tutti e due e devo cantare la parola magica più di quattro volte perché sennò non funzionerà, quindi sì, farò la parte di Mary, ma non l’ho detto a papà, no no no, è meglio che non lo sappia così sarà una sorpresa magica, quando ci saranno tutti i genitori nel teatro, e soprattutto non si arrabbierà tanto, anche se l’altro giorno, quando mi ha accompagnato a scuola, abbiamo incontrato la madre di Carlos Ulloa giù al portone e hanno parlato un po’ di cose da grandi fino a quando lei ha detto:

«Che bello, manca proprio poco per la recita di Natale. Come passa il tempo, eh?»

Papà non ha detto niente. Mi ha soltanto sistemato lo zaino sulle spalle. Allora la madre di Carlos ha abbassato la testa così, di lato, e ha chiesto:

«Verrà con sua moglie a veder recitare il bambino?»

Papà mi ha stretto un po’ più forte la mano e ha fatto la bocca storta come quando sta fumando una sigaretta. E poi ha detto:

«No. Lei non può. E credo che non potrò venirci nemmeno io. Sa, a me queste cose... non lo so...»

La madre di Carlos ha detto: «Oh» con la bocca a cerchio e poi è suonata la campanella e basta.

Be’, no. Nel pomeriggio, visto che papà non era a casa perché stava in palestra, quando sono tornato da scuola ho preso il DVD per fare le prove in cucina. Mi sono messo prima la gonna e le scarpe grandi e il cappello con il fiore che mi aveva dato Nazia, e con la musica non ho sentito che papà era tornato a casa perché si era dimenticato una cosa. Be’, in realtà l’ho sentito, ma era troppo tardi. Allora ho fatto più in fretta che potevo, ma ho avuto solo il tempo di togliermi le scarpe e il cappello, la gonna no, e quando lui è entrato in cucina mi ha guardato così, con una O molto grande sulla bocca come quella della madre di Carlos. Poi si è fatto tutto rosso e mi ha tirato per la gonna, così forte che io sono caduto ma senza farmi molto male, solo un po’ alla mano e al piede. E poi mi ha preso per le spalle ed è diventato ancora più rosso.

«Non vestirti da donna mai più, mi hai sentito? Mi hai sentito, Guille?» ha detto urlando, e respirava in modo strano.



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