Cronache dell'età del Bronzo - La voce del delfino by Michelle Paver

Cronache dell'età del Bronzo - La voce del delfino by Michelle Paver

autore:Michelle Paver [Paver, Michelle]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852029745
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2012-03-25T22:00:00+00:00


Dopo che ebbero finito di sistemare i rispettivi rifugi, Hylas portò il guscio del granchio a Spirit, nell’acqua vicino alla riva.

Era arrabbiato con se stesso. Aveva permesso a Pirra di distrarlo con tutte quelle chiacchiere sulla Casa della Dea. Lei però non aveva menzionato i Corvi una sola volta.

Anzi, era stato talmente preso dal salvataggio di Spirit che si era quasi dimenticato il motivo per cui si trovava lì. Ma era stufo di scappare; stufo di sopravvivere e basta. I Corvi davano la caccia ai Forestieri per una ragione. E lui intendeva scoprire quale.

Spirit non volle il guscio del granchio; lo lanciò su e giù un paio di volte, poi lo ignorò. Si era ripreso dalla sua brutta avventura, ma sembrava svogliato e depresso. E quando Hylas fece qualche passo in acqua, inclinò la testa di lato e lo guardò con aria triste.

Per la prima volta, Hylas si domandò come avesse fatto a insabbiarsi. — Perché? — gli chiese piano. — Perché hai cercato di venire a terra?

Il delfino sparì sotto la superficie, lasciando che la luce delle stelle ondeggiasse sull’acqua.

“Ma perché è solo?” si domandò Hylas. “Dov’è la sua famiglia? Sta cercando di trovarli? È per questo che si è insabbiato?”

Possibile che il delfino stesse cercando la sua sorellina, proprio come lui stava cercando Issi?

— Deve sentirsi solo — intervenne Pirra alle sue spalle. Era in piedi a pochi passi da lui, una sagoma snella nell’oscurità. — Non ce l’ha un branco? Una famiglia?

— Sono andati via. Ma non so dove.

— È per questo che è infelice. I delfini non sono fatti per stare soli.

— E che cosa ne sai, tu, dei delfini? — l’apostrofò Hylas.

Pirra sorrise. — Ogni Keftiano conosce ciò che riguarda i delfini; sono i guardiani del mare. È per questo che se fai male a uno di loro vieni punito con la morte.

— Lo sapevo — mentì Hylas.

Inoltrandosi ancora un po’ nell’acqua, Pirra tese la mano, Spirit le nuotò accanto e lasciò che lei lo accarezzasse. — Dicono che i delfini non smettono mai di muoversi. Che possono udire qualsiasi cosa, nel mare. E che vedono al buio. Possono vedere persino attraverso le cose. Un delfino può vedere una sogliola che si nasconde sotto la sabbia e un cucciolo dentro la pancia della madre. Può vedere il cuore che batte nel petto di un uomo. — Fece una pausa. — Ma non ho mai conosciuto nessuno che fosse in grado di parlare con loro.

— Io non ne sono capace, non veramente — ammise Hylas. — Non nel modo in cui si parlano fra di loro. Ma qualche volta riesco a indovinare quello che prova. E quando mi guarda è… è come se potesse vedere dentro di me… — Interruppe la frase a metà, imbarazzato.

Spirit nuotò in cerchio e schizzò un po’ d’acqua in faccia a Pirra con una pinna laterale. Lei si mise a ridere.

Hylas si ritrovò a raccontarle di come fosse andato alla deriva, dello squalo e dei delfini che lo avevano salvato. Fu un sollievo dirglielo; ma quando menzionò il fuoco blu, Pirra lo guardò a bocca spalancata.



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