Culo nero (2017) by Igoni A. Barrett

Culo nero (2017) by Igoni A. Barrett

autore:Igoni A. Barrett [Barrett, Igoni A.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2018-12-26T16:00:00+00:00


MORPHEUS

"Non ho ancora finito di cambiare".

Stanley Kunitz, The Layers

Ai fini della mia ricerca non era importante che Tekena mi piacesse, semmai ero io che avevo bisogno di piacere a lei. Perciò, quando l'ho conosciuta durante quella nuvolosa domenica, la prima cosa che le ho detto è stata: "Sei molto carina". Anche se dietro a quel complimento si celava l'intenzione di conquistarla, sono rimasto sorpreso nel provare una scarica di piacere, un'ondata di gratitudine quando a sua volta è sembrata apprezzare il mio aspetto dicendo: "Anche tu sei carina". Come la luce del sole e l'acqua nutrono un fiore che sboccia, allo stesso modo il nostro benessere si alimenta del luccichio negli occhi altrui e del gorgoglio dell'amor proprio. Chi sono come persona va oltre il mio aspetto fisico, ma il modo in cui gli altri mi vedono è comunque una parte di me.

Ho scoperto quasi subito che Tekena mi piaceva più di suo fratello, che ho nominato solo mentre mangiavamo il gelato al Palms. Furo si era rivelato un piccolo opportunista. Ora so che era disperato, che il giorno in cui l'ho conosciuto era nei guai fino al collo e aveva bisogno di tutto l'aiuto possibile, ma l'idea di trasferirsi a casa mia, la disinvoltura con cui l'aveva chiesto a un perfetto estraneo, avevano toccato le corde sbagliate dentro di me. Si poteva pure accusare la sorella di aver costruito la propria popolarità sui social su una tragedia privata, ma per quanto chiacchierona fosse dal vivo, per quanto accettasse troppo facilmente le caramelle dagli sconosciuti, non mi è parsa mai una manipolatrice. Almeno non di persona, non nei miei confronti.

Quindi mi piaceva. Tutto sommato come nigeriana era un tipo ben definito, con un bagaglio di esperienze e uno status sociale non molto diversi dai miei. Facevamo entrambi parte di quella casta di giovani cresciuti tra le macerie della nostra classe media. Siamo nati durante le dittature militari degli anni Ottanta e Novanta, abbiamo frequentato le scuole private meno costose o le scuole pubbliche migliori, abbiamo letto gli stessi romanzi di formazione e guardato gli stessi programmi alla televisione, e siamo cresciuti in città. Al contrario della maggior parte dei nigeriani di qualsiasi fascia d'età, l'inglese è stata la nostra prima (e a volte unica) lingua, i nostri accenti innati risalivano a due o tre generazioni passate. Tutto grazie ai nostri genitori, abbastanza istruiti, dediti e fortunati da conservare lo stipendio durante i decenni di austerità marziale; ai nostri dittatori privati, che punivano i loro figli con la stessa frusta che usavano con i parenti più poveri, accolti in casa come domestici; ai nostri modelli di comportamento, che avevano le idee così chiare da preferire sempre e comunque il burro alla margarina, anche quando potevano permettersi soltanto la seconda per i nostri cestini della scuola; coloro che ci hanno protetto e mantenuto, né borghesi né proletari, né così ricchi da mandarci in vacanza all'estero, né così poveri da non portarci per Natale in pellegrinaggio nel paese dove erano nati; ai nostri



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