Da uomo a padre by Alberto Pellai

Da uomo a padre by Alberto Pellai

autore:Alberto Pellai [Pellai, Alberto]
La lingua: eng
Format: epub
ISBN: 9788852093661
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


I «mammi» e il modello «selvatico»

Di questo stile «unisex» sono stati spesso accusati proprio quelli che comunemente oggi vengono chiamati nuovi padri, di frequente definiti con il termine dispregiativo di «mammi». Ovvero versioni femminilizzate, ispirate al modello materno, in cui il padre perde tutto della propria identità di genere e in un indebolimento della propria virilità si propone al figlio come un fornitore di cure assolutamente sovrapponibile e intercambiabile con ciò che fa la mamma. In questa accezione, molti gesti di cura dei padri, che in passato erano presidiati e svolti esclusivamente dalle donne, vengono visti come un arretramento dell’uomo dal suo ruolo paterno, fino a trovarne una contaminazione che è considerata devirilizzante e di conseguenza snaturante la sua stessa identità di genere.

In questa accezione, il termine di «mammo» viene utilizzato a partire da quello che un uomo fa: ovvero sono le azioni a definirne lo status, a connotarne l’identità. Ma sarebbe utile provare ad andare oltre il visibile e analizzare che cosa succede nel mondo interno di un uomo che – come abbiamo visto nel capitolo dedicato alla responsabilità – si fa carico di tali gesti perché li ritiene fondamentali per costruire una relazione intima e profonda con il proprio bambino. In questo caso la critica implicita presente nel termine «mammo» non vale più, perché in realtà stiamo parlando di un uomo che si sente totalmente maschio e padre al tempo stesso e che percepisce che il suo ruolo paterno passa anche attraverso la funzione del caregiver, ovvero del fornitore di cure. Il mammo a questo punto ha la capacità di usare un linguaggio affettivo illimitato con il proprio bambino: ovvero sa dirgli parole affettuose, sa coccolarlo, sa calmarlo. Sa stare in sintonia emotiva con lui, facendo ricorso al potere del proprio sguardo e delle proprie parole.

Si muove ben diversamente invece l’altro modello identitario che è servito da «contrappeso e contraltare» all’immagine del «mammo». Stiamo qui parlando dell’«uomo selvatico», ovvero dell’uomo che mette la sua mascolinità al centro della propria missione e identità paterna. Che, al pari del padre presente nel film Captain Fantastic, è guida instancabile alla conoscenza e all’esplorazione del mondo che sta fuori casa. È un uomo che rivendica la sua natura di cacciatore, che affronta il nemico non solo con la forza delle parole, ma anche con quella delle mani. Un uomo forte, la cui competenza principale corrisponde alla sua potenza, da intendersi anche in senso muscolare.

I sostenitori del modello «selvatico» ne rivendicano la necessità, chiedendo di riportare tale dimensione sulla scena della mascolinità, poiché negli ultimi decenni del vero maschio non è rimasto più nulla all’interno dei nostri contesti di vita. A testimonianza di queste affermazioni, vengono presentate in conferenze che si oppongono alla cosiddetta ideologia del gender, fotografie di uomini vestiti con abiti che rispondono ai criteri della moda gender fluid (in base alla quale maschile e femminile sono perfettamente intercambiabili), di maschi devirilizzati, sempre più umiliati da una donna che in campo amoroso e sessuale dichiara di sapere il fatto proprio e non è più disponibile ad accondiscendere alle aspettative che l’uomo pone su di lei.



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