Dante e Bice by Benito Recchilongo

Dante e Bice by Benito Recchilongo

autore:Benito Recchilongo [Recchilongo, Benito]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Benito Recchilongo;Vita Nuova;giovani innamorati
editore: la Bussola
pubblicato: 2024-03-14T23:00:00+00:00


capitolo 4

Ai primi di maggio, la morsa del virus sembrava allentarsi e si cominciava a parlare d’una possibile, prossima attenuazione delle misure restrittive, che finora avevano costretto la maggior parte della gente a starsene a casa. Dante ora ascoltava con grande attenzione vari telegiornali della sera, cercando di dedurre dalle singole parole dei giornalisti quello che non dicevano, ma davano in qualche modo ad intendere, come una logica conseguenza. Le sfumature, le ipotesi, le opinioni erano però contraddittorie e mutavano da un giorno all’altro, anche in bocca allo stesso giornalista, sulla base delle previsioni dei tanti sedicenti esperti che affollavano radio e televisioni, pubbliche e private, schierati su due linee contrastanti: quella degli “aperturisti”, e quella dei “rigoristi”, che i primi chiamavano anche “catastrofisti”.

Dante però non poteva aspettare le ipotetiche future decisioni del governo. Ormai sentiva di soffocare, di impazzire, a restare chiuso in casa o andarsene in giro come un cane randagio; peggio: un cane rabbioso, pronto a mordere chiunque gli capitasse a tiro. In mancanza dei soldi, che avrebbe anche rubato in casa se gliene fosse capitata l’occasione, occorrenti per noleggiare un’auto ad Orte, decise di tentare il tutto per tutto col treno e l’autobus, incoraggiato anche da un certo allentamento dei controlli, sempre più a maglie larghe, come assicuravano quelli che viaggiavano per lavoro. Su questo punto l’aveva rassicurato anche Matilde, alla quale continuava a telefonare di tanto tanto: ora le aveva chiesto un consiglio sui documenti da esibire per premunirsi contro il rischio di multe, dicendole che doveva assolutamente andare a Viterbo per procurarsi certe dispense che trovava solo nelle librerie universitarie.

Si mise quindi ad organizzare minuziosamente la spedizione fino a Narni, cercando di prevedere tutte le eventualità, per non trovarsi impreparato ad ogni possibile imprevisto, cominciando dalle carte.

Si costruì un falso incarico di ricerca per una tesina sulla crisi dell’industria siderurgica di Terni e sugli effetti sociali che essa aveva provocato nella zona: al limite avrebbe pagato il treno fino a Terni, non era la rovina. Tra le sue dispense, ne scelse una sul marketing, che poteva apparire attinente ai corsi seguiti da Bice, in modo che lei potesse poi mostrarla ai genitori: era lo stratagemma ideato per giustificare la lunga assenza da casa, dovendo lei scendere a Narni Scalo per incontrare alla stazione una supposta amica che gliel’avrebbe prestata.

In realtà Dante sperava di arrivare al centro di Narni con un autobus, per stare con Bice per tutto il tempo che lei poteva, senza costringerla a perderne gran parte nel viaggio di andata e ritorno tra casa e stazione. Ma qui saltò fuori il primo ostacolo: per quanto cercasse, in internet non trovava un autobus diretto da Orte a Narni centro. E questo era un vero problema: nel preparare il suo piano, aveva studiato la topografia della zona: sapeva quindi che tra Narni Scalo ed il centro c’erano quasi tre chilometri.

Chiamò Bice tutto nervoso, sperando che lei sapesse indicargli un maledetto autobus che saliva fino al centro; ma ne rimase deluso: quell’autobus non esisteva; tutti quelli che venivano da Orte proseguivano verso Terni, lasciando i passeggeri a Narni Scalo.



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