Davide Ardito by Davide Ardito

Davide Ardito by Davide Ardito

autore:Davide Ardito [Ardito, Davide]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2010-10-22T20:48:16+00:00


V

La mattina seguente Mary si alzò di buon'ora. Aveva molte cose da fare: prima di tutto dire a Joe che avrebbe preso le due settimane di ferie di cui non aveva usufruito l'estate precedente. Poi acquistare un po' di indumenti leggeri: in India non avrebbe certo fatto il freddo che c'era in Irlanda.

Si preparò una colazione più abbondante del solito e la consumò con piacere. Mentre terminava il suo caffè ripensò alla sera precedente: dopo il suo ritorno a casa si era fatta una doccia ed era andata subito a letto. Si sentiva stanca, ma fece molta fatica a prendere sonno. Dentro di sé aveva un'eccitazione mai provata. Del resto era comprensibile, perché in ventisei anni non le era capitato nulla di straordinario ed ora si trovava immersa in un'avventura incredibile.

Uscì di casa con passo allegro. La pioggia del giorno prima aveva lasciato il posto ad un pallido sole che emanava un piacevole calore tiepido.

Joe non era stato certo entusiasta nel concedere le due settimane di ferie a Mary, ma gliele doveva ed alla fine le raccomandò anche di riposarsi.

Al grande magazzino che avevano aperto in centro due mesi prima acquistò vari indumenti estivi ed una valigia capiente.

Dopo aver pagato oltrepassò le porte scorrevoli. Aveva appena fatto alcuni passi in direzione di un bar quando si sentì chiamare: «Signorina Erdinger... signorina».

La voce le suonava vagamente familiare. Si voltò per vedere a chi apparteneva e si trovò faccia a faccia con un uomo mai visto prima.

«Buon giorno, signorina Erdinger. - disse lo sconosciuto. - Ci siamo sentiti per telefono un paio di giorni fa, sono Luke Klinker.»

Ecco dove aveva già sentito quella voce. Se l'era immaginato alquanto più alto e meno robusto. Dimostrava molti più anni di quanti probabilmente ne avesse in realtà, ma ciò era spiegabile con lo stile di vita che aveva condotto. Mary non fu affatto felice di incontrarlo. Sicuramente le avrebbe chiesto ancora di aiutarlo ad uccidere lo straniero. Decise di mantenersi sulla difensiva.

«Sì, mi ricordo di lei. Buongiorno. Mi stava per caso seguendo?»

«In realtà, devo confessare di sì.»

La sincerità con cui pronunciò quelle parole disorientò la ragazza. Le dava fastidio sapere che quell'uomo la controllava.

«Cosa vuole ancora da me?»

«Se mi permette, le offrirei un caffè, così, intanto, avremo l'opportunità di parlare un po' più tranquillamente.»

A Mary non andava affatto di accettare l'invito di Klinker, ma, visto che sapeva che non sarebbe riuscita a liberarsi di lui, pensò che in un luogo molto frequentato si sarebbe sentita decisamente più al sicuro.

«D'accordo» disse semplicemente la ragazza.

I due si diressero in silenzio verso un locale vicino.

Ordinarono due caffè aspettando, sempre in silenzio, di venire serviti. Poi Klinker iniziò a parlare.

«Signorina Erdinger... la posso chiamare Mary?»

«Faccia pure!» rispose la ragazza con malagrazia.

«La ringrazio. Allora, Mary, quando l'altra notte le ho telefonato, le ho chiesto di fare una cosa... si ricorda? L'avevo pregata di mettersi in contatto con me se le fosse capitato di rivedere quell'essere. Le avevo spiegato anche perché era importante che lo facesse. Ebbene, per quale motivo non



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