De bello gallico. Antologia by Gaio Giulio Cesare

De bello gallico. Antologia by Gaio Giulio Cesare

autore:Gaio Giulio Cesare [Cesare, Gaio Giulio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788843404254
Google: aO04PQAACAAJ
editore: Carlo Signorelli Editore
pubblicato: 1997-10-15T09:58:02+00:00


Libro Sesto

I

Per molte ragioni Cesare si attendeva una più grave sollevazione della Gallia, perciò decide di operare un reclutamento mediante i suoi legati M. Silano, C. Antistio Regino e T. Sestio. Al tempo stesso, al proconsole Cn. Pompeo, rimasto nelle vicinanze di Roma con un comando militare per il bene dello stato, chiede di radunare e inviargli i soldati che aveva già arruolato e fatto giurare nella Gallia cisalpina quand'era console. Al fine di mantenere il buon concetto che i Galli avevano di noi, riteneva estremamente importante, anche per il futuro, che vedessero quali erano le risorse dell'Italia: i Romani, se anche subivano un rovescio in guerra, erano in grado non solo di rimediare in poco tempo alle perdite, ma addirittura di aumentare il numero degli effettivi. Pompeo, sia nell'interesse pubblico, sia per ragioni di amicizia, acconsentì. Completato con celerità l'arruolamento tramite i legati, prima della fine dell'inverno vennero formate tre legioni e condotte in Gallia. Cesare raddoppiò, così, il numero delle coorti rispetto a quelle perse con Q. Titurio e, grazie alla rapidità e all'entità del reclutamento, dimostrò di che cosa fossero capaci l'organizzazione e i mezzi di Roma.

II

Dopo l'uccisione di Induziomaro, come abbiamo descritto, i Treveri affidano il comando ai suoi parenti, che non desistono dal sobillare i Germani limitrofi, promettendo denaro. Non avendo ottenuto risultato con i Germani vicini, tentano con i più lontani. Trovate alcune genti disposte all'azione, a esse si vincolano con giuramento solenne; quanto al denaro, garantiscono con ostaggi. Accolgono nella loro lega e patto Ambiorige. Informato di ciò, Cesare si accorse che, ovunque, erano in corso preparativi di guerra: i Nervi, gli Atuatuci, i Menapi erano in armi, uniti a tutti i Germani stanziati al di qua del Reno; i Senoni non rispondevano alle convocazioni e si accordavano con i Carnuti e i popoli limitrofi; i Treveri facevano pressione sui Germani con frequenti ambascerie. Quindi, ritenne di dover pensare alla guerra più presto del solito.

III

Perciò, prima ancora della fine dell'inverno, radunò le quattro legioni più vicine e, inatteso, puntò sui territori dei Nervi: non lasciò ai nemici il tempo di accorrere o fuggire e, catturati molti capi di bestiame e uomini, che concesse come preda ai soldati, devastò i campi e costrinse i Nervi alla resa e alla consegna di ostaggi. Terminate con rapidità le operazioni, ricondusse le legioni negli accampamenti invernali. Indetto, secondo il solito, un concilio della Gallia per l'inizio della primavera, si presentarono tutti, tranne i Senoni, i Carnuti e i Treveri. Cesare lo considera segno dell'inizio delle ostilità e della ribellione e, per dimostrare che metteva in secondo piano ogni altro problema, trasferisce il concilio a Lutezia, città dei Parisi. Costoro confinavano con i Senoni e a essi si erano uniti all'epoca dei nostri padri, ma non prendevano parte, si riteneva, al piano di sollevazione. Comunicato dalla tribuna il cambiamento di sede, il giorno stesso si dirige, con le legioni, verso le terre dei Senoni, dove giunge a marce forzate.

IV

Saputo del suo arrivo, Accone, responsabile del piano, ordina alla popolazione di rifugiarsi nelle città.



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