De Mari Silvana - Ultimo Elfo 06 - 2012 - L'ultima profezia del mondo degli uomini. L'epilogo by De Mari Silvana

De Mari Silvana - Ultimo Elfo 06 - 2012 - L'ultima profezia del mondo degli uomini. L'epilogo by De Mari Silvana

autore:De Mari Silvana
La lingua: ita
Format: mobi
ISBN: 9788834721186
editore: Fanucci
pubblicato: 2012-01-01T23:00:00+00:00


12

Macchine

1

Raniria era stata addestrata da sempre a odiare gli Yurdioni.

Tutti.

Coloro che avevano storpiato il padre, quelli che lo avevano ucciso.

Quelli che avevano rinchiuso sua madre a morire in una gabbia, con la bocca bruciata dall’arsura e le sottane imbrattate dei suoi stessi escrementi.

Odiava la pattuglia.

Odiava il generale.

Non aveva mai odiato nessuno come ora odiava lui, il Negromante. In un certo senso doveva a lui che la sua morte e quella di Kail fossero state rimandate, eppure l’odio era una specie di fiume di lava dentro di lei, qualcosa che trascendeva e superava ogni altra malevolenza.

Raniria fu rinchiusa nella torre, chiamata la Torre di Arduin o dei Draghi, perché si diceva che nelle epoche antiche li avesse ospitati. Non aveva catene, non veniva picchiata e mangiava due volte al giorno, cucina yurdione, certo, ma dopo anni di fame non era il caso di andare per il sottile. Ma era una prigionia. Alla porta c’erano dei guardiani che avrebbero impedito la sua fuga. I suoi movimenti erano controllati. La torre sovrastava, dall’alto del picco su cui era posata, la scogliera, che a sua volta sovrastava la spiaggia.

Il luogo grondava di libri e strani strumenti e aveva piccole finestre chiuse da lastre d’ambra, perché le albe e i tramonti potessero inondarlo d’oro. Le lastre che si potevano aprire, così che la luna potesse rischiararlo; affinché anche nelle notti di tempesta non si perdesse la speranza che le stelle sarebbero tornate a brillare. Si diceva che quelle lastre fossero state fatte fare da Arduin il Saggio in sostituzione di quelle originali distrutte dalle intemperanze dell’ultimo drago nei primi giorni della sua infanzia.

Gli scritti contenuti nella torre erano gli unici del mondo degli Uomini che si fossero salvati: merito del Negromante, che aveva dichiarato che i morti li ritenevano di potenziale utilità per gli Yurdioni. Tutto il resto, i libri, le pergamene, ogni scritto del mondo degli Uomini era stato bruciato, e insieme con le pergamene era bruciato il passato degli Uomini. Il re che si chiamava Arduin era stato uno solo, o ce n’erano stati due con lo stesso nome? Della vita di Rankstrail era rimasta una memoria confusa. Di tutta la gloria era rimasta una memoria sempre più vaga. Coloro che quei libri li avevano veramente letti, coloro che sapevano leggere e scrivere erano stati uccisi. La caccia a chi conosceva il passato grazie agli interrogatori incrociati della pattuglia era stata accurata e senza la minima possibilità di scampo. Restavano i bambini, gli incolti, quelli che non sapevano leggere, quelli che avevano orecchiato, a caso, mentre gli altri parlavano, fuori dalle scuole.

Erano rimasti in vita gli ultimi della classe, gli studenti peggiori, quelli che non avevano mai imparato nulla.

La storia era sempre più incerta, più vaga, più confusa, ridotta a pochi ricordi.

C’era stato un Elfo bellissimo, che si era chiamato Yorsh, che aveva avuto una spada bella quanto lui, una spada con l’elsa d’oro incisa di foglie di edera smaltate in azzurro, e non si sapeva che fine avesse fatto quella spada.

C’era stato



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