Deaglio, Enrico by Patria 1967-1977

Deaglio, Enrico by Patria 1967-1977

autore:Patria 1967-1977
La lingua: ita
Format: azw3
Tags: Il lungo Dopoguerra e gli Anni '70
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2017-11-22T23:00:00+00:00


NEL CENTRO DI MILANO, SU SUGGERIMENTO DI UN GENERALE

DEI CARABINIERI, SEQUESTRATA E STUPRATA PER ORE FRANCA RAME,

“L’ATTRICE COMUNISTA”

Anche questa è Milano. Su suggerimento del generale dei carabinieri Giovanni Battista Palumbo, che comanda la divisione Pastrengo, il più importante raggruppamento di carabinieri del Nord Italia, un gruppo di fascisti organizza una “spedizione punitiva” contro Franca Rame, la compagna di Dario Fo, attrice e animatrice del “soccorso rosso” che aiuta materialmente i “sovversivi” finiti in carcere e che ha contribuito a mettere in scena Morte accidentale di un anarchico.

È il 9 marzo, Franca Rame è in via Nirone, nel centro della città, quando viene rapita da cinque uomini, fatta salire a forza su un camioncino, stuprata per ore. Le spaccano gli occhiali, la tagliano con una lametta, la bruciano con le sigarette.

La sera il generale Palumbo si congratula per l’operazione e nelle camerate si brinda. La notizia del sequestro non compare sui giornali. Nessuno sarà mai punito. Franca Rame, due anni dopo, racconterà in un monologo teatrale (Lo stupro) la sua esperienza. Lo recita per la prima volta nello spettacolo Tutta casa, letto e chiesa. In sala, alcune ragazze svengono.

Un passo:

Tengo con la mano destra la giacca chiusa sui seni scoperti. È quasi scuro. Dove sono? Al parco. Mi sento male… nel senso che mi sento svenire… non solo per il dolore fisico in tutto il corpo, ma per lo schifo… per l’umiliazione… per le mille sputate che ho ricevuto nel cervello… per lo sperma che mi sento uscire. Appoggio la testa a un albero… mi fanno male anche i capelli… me li tiravano per tenermi ferma la testa. Mi passo la mano sulla faccia… è sporca di sangue. Alzo il collo della giacca. Cammino… cammino non so per quanto tempo. Senza accorgermi, mi trovo davanti alla questura. Appoggiata al muro del palazzo di fronte, la sto a guardare per un bel pezzo. Penso a quello che dovrei affrontare se entrassi ora… Sento le loro domande. Vedo le loro facce… i loro mezzi sorrisi… Penso e ci ripenso… Poi mi decido… Torno a casa… torno a casa… Li denuncerò domani.4



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