Decidere della propria vita by Piergiorgio Donatelli

Decidere della propria vita by Piergiorgio Donatelli

autore:Piergiorgio Donatelli [Donatelli, P.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Lampi
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2015-11-15T00:00:00+00:00


La clonazione terapeutica

Ma seppure rifiutassimo la clonazione per quel che riguarda il processo che porta alla nascita di un essere umano, non per questo saremmo giustificati nel vietare quel tipo di ricerche a livello embrionale che ricorrono ai meccanismi di clonazione allo scopo di creare organi di riserva da trapiantare. In questo caso, non è l’individuo nel suo complesso che verrebbe sviluppato, ma solo una sua parte che potrebbe garantire in futuro la sopravvivenza di un essere umano.

Stiamo parlando della clonazione terapeutica. Viene usata per ottenere cellule staminali, ossia cellule che – a uno stadio precoce di sviluppo – possono dare origine sia ad altre cellule staminali che a una progenie di cellule differenziate di tessuti specifici (ad esempio, cellule ematiche, nervose, muscolari, ecc.). Le cellule staminali si dicono totipotenti se sono in grado di generare qualsiasi tessuto, oppure pluripotenti se possono dar vita a progenie cellulari solo di alcuni specifici tessuti.

È la pratica a cui Judson Sommerville, il giovane medico costretto da diversi anni su una sedia a rotelle in seguito a un incidente, si è affidato per credere ancora di poter camminare di nuovo. La sua speranza è che la clonazione delle sue cellule possa produrre cellule di midollo in grado di riparare la sua lesione. Se il suo tempo non basterà, sarà stato comunque lo strumento di esperimenti che forse potranno nel futuro aiutare molti malati. È vero che in linea teorica da quelle cellule si può ottenere un clone di Sommerville, ma quello che è davvero importante per decidere in questioni così complesse è tenere distinte la condotta mediante la quale raccogliamo informazioni dalla condotta che assumiamo o non assumiamo poi sulla base delle informazioni ottenute.

Ma se la creazione di embrioni umani rappresenta una grande speranza per la medicina dei trapianti in quanto offre la possibilità di avere una fonte di cellule staminali germinali geneticamente compatibili con la persona che deve essere curata, se l’utilizzazione delle cellule staminali fa intravedere la possibilità di ricostruire tessuti danneggiati, come ad esempio quelli di un cuore colpito da un infarto, o parti del tessuto neurologico attaccati dal morbo di Parkinson, ecc., perché la clonazione terapeutica, ancora tutta in fase di sperimentazione, non deve essere perseguita? Sembrerebbe una pratica su cui essere tutti d’accordo per il bene comune, eppure pone un problema morale legato al tipo di cellula efficace allo scopo e al loro reperimento.

Con quali cellule possono essere condotti questo tipo di esperimenti? Con cellule staminali embrionali, con cellule staminali da adulto, con cellule ottenute per Trasferimento Somatico Autologo. Dal punto di vista dell’efficienza, l’utilizzo delle cellule embrionali sembra essere quello preferibile sia per la relativa semplicità con cui è possibile farle moltiplicare in vitro, sia per la loro plasticità. Le cellule staminali prelevate da embrioni sono, in genere, derivate dalla massa cellulare interna di una blastocisti, vale a dire, quella parte di cellule che – intorno al 5° giorno di sviluppo embrionale – è differenziata dalle cellule che costituiranno i tessuti placentari e potrà svilupparsi nel feto prima e nell’individuo adulto poi.



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