Delictum - Una detective nell'Antica Roma by Lia Celi

Delictum - Una detective nell'Antica Roma by Lia Celi

autore:Lia Celi [Celi, Lia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2021-05-14T12:00:00+00:00


17

Mentre cammino lungo l’Argiletum, una via fiancheggiata di librerie, mi sento al settimo cielo. Che meraviglia, questi negozi dove i libri sono in vendita belli e pronti, e ti risparmiano la fatica di trascriverli faticosamente in casa da una copia altrui, come bisognava fare fino a non molto tempo fa! Questo sì che è progresso. Un giorno, me lo sento, anch’io scriverò qualcosa degno di essere collocato al posto d’onore su questi banconi.

– Da dove cominciamo? – mi domanda Tullia.

– Papà consigliava la bottega di Antigono. Dev’essere quella.

Ci dirigiamo verso un negozio ben tenuto, decorato con ritratti di poeti e filosofi latini e greci, antichi e moderni, da Omero a Lucio Accio. Davanti all’ingresso troneggiano grandi ceste con il cartello METÀ PREZZO, piene di papiri usati o difettosi.

Precedo Tullia dentro il negozio. I libri sugli scaffali mi sembrano un po’ sottosopra, per una libreria tanto rinomata. Mi accoglie un uomo di mezza età, con la fronte stempiata e gli occhi piccoli, infossati nelle orbite. – Salute a te, signorino, in cosa posso servirti? Scusa il disordine, abbiamo avuto… un contrattempo.

– Abbiamo bisogno di questi volumi – rispondo, porgendogli la tavoletta con la lista di papà.

– Vediamo. Lavori per un oratore, eh? – sorride il libraio, scorrendo l’elenco. – Uhm. Questo l’abbiamo… Questo è esaurito da anni… Questo devo ordinarlo… Questo… –. Di colpo cambia espressione e diventa mortalmente pallido. Mi restituisce bruscamente la tavoletta. – Non abbiamo niente. Mi dispiace.

– Che storia è questa? – salta su Tullia. – Ha appena detto…

– Via, via – insiste Antigono, spingendoci rudemente verso la porta. – E non fatevi più vedere. Non voglio guai!

Tullia e io ci guardiamo, perplessi. – A quanto pare, abbiamo beccato l’unico libraio con la luna storta – commenta lei, alzando le spalle. – Per fortuna qui ce ne sono a bizzeffe. Proviamo da Egiziaco. Un nome, una garanzia, quando si tratta di papiri.

La bottega di Egiziaco è sobria, come si addice a una rivendita specializzata in testi giuridici e scientifici. Con Egiziaco, un ometto bruno dal lungo naso e le dita macchiate d’inchiostro, tutto fila liscio, finché non arriva in fondo alla mia lista. – Cos’è, una trappola? – ringhia. – Ma non ci casco. Fuori dalla mia bottega, mascalzoni!

La scena imbarazzante si ripete anche nella libreria di Trifone e in quella di Archippo. Un certo Fronesio addirittura aizza contro di noi un mastino.

– Che cos’hanno i librai, oggi? – brontolo, sempre più perplesso, mentre mi allontano dai latrati del cagnaccio. Tullia mi prende la lista e la compulsa attentamente. – Dev’esserci qualcosa che non va nelle ultime righe. Oh, per Giunone. La Seleniade di Aganice! –. Mi indica l’ultimo titolo. – Ho la netta impressione che sia questo a scatenare la reazione dei librai.

– Ma perché? Non vogliono vendere libri scritti da donne?

– Eppure sugli scaffali ho visto le raccolte di poesie di Saffo, Corinna e Telesilla. A proposito, ho notato che in tutte le librerie che abbiamo visitato i libri erano ammucchiati alla rinfusa. Antigono ci ha parlato di un contrattempo.



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