Detective dell'arte by Roberto Riccardi

Detective dell'arte by Roberto Riccardi

autore:Roberto Riccardi [Riccardi, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Arte, Generica
ISBN: 9788858696590
Google: 3QONDwAAQBAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2019-04-08T22:00:00+00:00


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La Gioconda e altri misteri

La chiamano «sindrome di Stendhal», è l’estasi che ci coglie nel contemplare una bellezza sconvolgente, talmente grande da stordire i sensi e portarci in un’altra dimensione. Alla base della patologia vi è un fatto storico, che riguarda lo scrittore francese.

La curiosa vicenda passa da Firenze, dove Stendhal giunge nel 1817 compiendo il Grand Tour. Per i notabili d’Europa è un percorso obbligato, necessario a completare la propria formazione culturale. Il romanziere non si sottrae, ma in una tappa del viaggio l’emozione è destinata a sovrastarlo. Non sa come reagire quando davanti ai suoi occhi appaiono le meraviglie lasciate dai Medici.

Originaria del Mugello, componente della nobiltà di campagna che in vaste aree del Paese ha rappresentato un perno dell’economia, la famiglia prende il controllo nel capoluogo toscano all’inizio del Quattrocento, quando Cosimo il Vecchio vi fa ritorno dall’esilio veneziano.

Quella dei Medici è un’epopea straordinaria: resteranno in sella, dalla Repubblica fiorentina al Granducato che convoglia l’eredità lucchese, fino al 1737, quando le redini passeranno ai Lorena. Daranno a Firenze e all’intera Toscana un’impronta architettonica che a distanza di secoli le vede in vetta al turismo mondiale.

Con il capostipite della dinastia collabora l’architetto Filippo Brunelleschi, che ha progettato la cupola di Santa Maria del Fiore e in seguito realizzerà la Cappella Pazzi in Santa Croce, ricostruirà la chiesa di Santo Spirito e farà ancora molto altro. Dell’impegno per i monumenti cittadini sono partecipi Luca della Robbia, Michelozzo, Leon Battista Alberti, Donatello.

Nel Cinquecento, nuova stagione del Rinascimento, saranno attivi a Firenze l’Ammannati, il Buontalenti e soprattutto Giorgio Vasari. Questi rinnova dapprima la cattedrale, quindi realizza il complesso degli Uffizi. Da ultimo si dedica a ristrutturare Santa Croce e Santa Maria Novella.

Tutto ciò stordisce la mente e gli occhi di Stendhal. Lo scrittore francese trova in città uno splendore in grado di abbacinarlo. «Ero giunto a quel livello di emozione» scriverà nel suo racconto dei giorni fiorentini «dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti e i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere.»

A Firenze, nel 1977, la psichiatra Graziella Magherini studia la sua patologia. Descrive casi di turisti stranieri colpiti da una sofferenza acuta, improvvisa e di breve durata. Tali pazienti, indica, sono perlopiù di sesso maschile, giovani e con un buon livello di istruzione. Viaggiano da soli, provengono dall’Europa occidentale o dal Nord America e hanno tutti un forte interesse verso l’arte. Il loro disagio si manifesta all’arrivo in città e si acuisce nei musei osservando le opere. Dei 106 turisti analizzati dalla dottoressa, alcuni presentano disturbi affettivi che, orientati in senso maniacale, provocano stati di euforia e di estasi.

Inutile ogni studio: che l’arte faccia male non lo crederemo mai, a meno che non si tratti del cavallo di Troia o del ritratto di Dorian Grey. Ma da Firenze dobbiamo partire per il nostro racconto.

Nella città medicea, nei primissimi anni del Cinquecento, Leonardo da Vinci dipinge la sua opera più famosa, che oggi si trova al Louvre.



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