Di figlio in padre by Manuel De Sica

Di figlio in padre by Manuel De Sica

autore:Manuel De Sica [De Sica, Manuel]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-58-75923-3
editore: Bompiani
pubblicato: 2013-11-15T00:00:00+00:00


“CACIOTTOLO”

Assistetti al mixage del film. Oltre al produttore Fausto Saraceni, erano presenti la montatrice Adriana Novelli (che si atteneva a fare da “forbice”, guidata da mio padre stesso nel montare il film), il rumorista Aldo Ciorba detto “Caciottolo”, e il fonico.

Ogni opera filmica dovrebbe contenere il senso della misura, in ogni sua accezione: dialogo, rumori, musica. I film stranieri godono della presa diretta. Dialoghi e rumori sono ripresi dal vero. Le uniche colonne artificiali aggiunte sono musica ed effetti sonori realizzati dal rumorista. Fino agli anni settanta, “Caciottolo” rumorizzava tutto quello che accadeva nel film: passi, spari, cavalcate, rumori d’ogni tipo chiamati “effetti sala”. Rimase epocale, durante la voga dei peplum, una battaglia di migliaia di soldati rumorizzata dal solo “Caciottolo” a colpi di spada, scudi, frustate, e chi più ne ha più ne metta. Si registrava una pista magnetica alla volta, ma il risultato fu grandioso.

Durante il mixage de Il giardino dei Finzi Contini era presente anche lui. Ebbi modo di notare l’attenzione e la cura che dava al suo lavoro. Come un secondo musicista. In una scena compariva in esterno Giorgio sulla sua bicicletta, che pedalava verso la villa Finzi Contini. Per quella sequenza fatta di primi piani, panoramiche dal basso degli alberi secolari eccetera, era stata prevista una musica dolce, distesa. D’improvviso, ecco il tintinnio del campanello del rumorista a ogni buca che la bicicletta di Giorgio incontrava. Ciò creava un attrito così fastidioso con il commento musicale da far esclamare a mio padre: “Chiudete ’sto campanello!” Al che “Caciottolo” balzò in piedi in difesa del suo lavoro esclamando ad alta voce: “A commendatò: ma allora è un sogno!” Risate sommesse. Il rullo venne mixato senza quell’impossibile tintinnio. Ricordo ancora la faccia interrogativa, incredula del rumorista fissare quelle immagini sospese senza il suo rimpianto campanello. L’apice dell’assurdo fu toccato durante la scena finale. La famiglia Finzi Contini veniva condotta dai fascisti nella scuola di Micol e lì separata in due aule. Nella seconda entravano Micol e l’anziana nonna. Mio padre aveva fatto sfondare il muro retrostante, per riprendere con lo zoom i volti smarriti delle due donne (specialmente quello della nonna) e il loro incedere nell’aula, senza che s’accorgessero della presenza della macchina da presa. Un risultato molto efficace. Ed ecco, come per scherzo, provenire da quell’ambiente un cinguettio d’uccellini, come se ci si trovasse in un ameno giardino di primavera. Sussulti e grida di mio padre e la voce di “Caciottolo” che si scusava per l’errore. Col tempo capii che, pronti a qualsiasi evenienza, i rumoristi preparano rumori standard per riempire velocemente qualsiasi necessità della scena. Il problema era che li piazzavano dappertutto!



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