Diana by Lavinia Orefici

Diana by Lavinia Orefici

autore:Lavinia Orefici [Orefici, Lavinia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2021-06-07T12:00:00+00:00


9

Filippo

A Palazzo, Diana aveva a che fare con molti cospiratori, moltissimi fantasmi, qualche traditore e pochi alleati. Uno su tutti è stato il principe Filippo – almeno all’inizio e per una decina di anni. Poi le cose non andarono esattamente come ci si poteva aspettare.

Quando Diana arrivò a corte portò una ventata di freschezza e di novità in una monarchia salda in sella, ma un tantino stantia.

Filippo, per evitare che la macchina del palazzo la inghiottisse e triturasse – ed essendo stato lui stesso trentacinque anni prima un elemento estraneo introdotto a corte – prese Diana sotto la sua ala protettrice e incominciò a spiegarle la gimcana di insidie in cui sarebbe incorsa tra gli ori e gli onori di chi un giorno sarebbe salito al trono.

Ci voleva un’altra testa, un altro approccio e un altro marito, probabilmente, per riuscire a mettere in pratica tutti quei consigli strategici che Filippo, più consulente matrimoniale che suocero, le diede fin da subito, ma tant’è.

Diana aveva diciannove anni quando arrivò a corte. Era ingenua, immatura e lamentosa. Di suo si sarebbe comportata esattamente al contrario di come avrebbe dovuto, quasi in ogni occasione. Aveva bisogno di uno chaperon. Carlo era distante fin dall’altare, la regina aveva altre faccende di cui occuparsi. La sua famiglia era lontana in ogni senso, i suoi cognati troppo giovani. Restavano la regina madre, la principessa Margaret, la principessa Anna e il principe Filippo, che diventò il suo confessore.

A testimonianza dello speciale rapporto tra i due restano le lettere, o copie degli originali, che si scambiarono fra il giugno 1992 e il dicembre di quell’anno, che segnò la separazione fra Carlo e Diana. Le lettere finivano con With affettest love, Pa, con grande affetto, Pa, e iniziavano con Dear Pa, a riprova dei sentimenti genuini che contraddistinguevano il loro rapporto.

Il matrimonio dei principi del Galles era in crisi da tempo. Diana aveva detto in famiglia che la presenza della signora Parker Bowles nella coppia era diventata intollerabile, ma per lei erano intollerabili anche le cornamuse, la caccia, Balmoral, la vita di corte… Nei primi anni di matrimonio aveva reagito al parto chiudendosi in camera al buio, piangendo per ore. Sembrava lei stessa una bambina. La famiglia si interrogava su simili stranezze: più pratica che romantica, pensava che l’amore fosse una faccenda che nulla aveva da spartire con i doveri dinastici e non badava al fantasma di Camilla agitato da Diana.

Anzi, Filippo rimproverò affettuosamente la nuora facendola ragionare se lei, piuttosto, avesse fatto tutto il possibile per salvare il suo matrimonio. Come pure biasimò il suo vizio di ricorrere sempre alla stampa per brillare o per vendicarsi: Diana, devi ricordare che questa monarchia non è una gara di popolarità. Stiamo lavorando tutti insieme.

Queste parole, come altre, contenute nelle lettere, vennero alla ribalta anni dopo, quando furono usate in tribunale per sventare il tentativo di Mohamed Al-Fayed di far passare l’incidente in cui morirono suo figlio e la principessa per un complotto di Filippo e dei servizi segreti inglesi. «Non ci



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