Discese, speciali e giganti by Matteo Pacor & Stefano Vegliani

Discese, speciali e giganti by Matteo Pacor & Stefano Vegliani

autore:Matteo Pacor & Stefano Vegliani [Pacor, Matteo & Vegliani, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2022-01-13T12:00:00+00:00


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ALBERTO TOMBA. L’ERA DEL CITTADINO

Un ciuffo di ricci spunta da un cappellino di lana. Un bimbo insegue un ragazzetto più alto e robusto. Un signore distinto, appena rientrato dal lavoro con scarpe lucide, cappotto, camicia linda e una cravatta regimental, sta parcheggiando a pochi metri di distanza sulla poca neve che scrocchia sotto le ruote della vettura scura. Il piccoletto con gli scarponi ai piedi risale una ventina di metri di prato innevato e si prepara. Due clic e gli sci sono agganciati. Una gobba di neve è pronta, gelata con secchiate d’acqua, per favorire il salto dei bidoni della spazzatura. La signora Maria Grazia caccia un urlaccio. La rincorsa è presa. O la va o la spacca. Il signor Franco si slaccia appena la cravatta, controlla la situazione e scrolla la testa.

Pochi giorni dopo il terzetto è in viaggio per Cortina. Si va a fare qualche giorno di lezione. Da Bologna è un viaggetto, e bisogna organizzarsi per bene. Alberto e suo fratello Marco, un po’ più grande, sciano con un bravo maestro, Roberto Siorpaes, che nel più piccolo intravede passione, trasporto, mentre nel più grande vede un fisico più adatto allo sci. Il piccolo Alberto è orgoglioso della sua tuta blu con i fregi bianchi e gialli. L’ispirazione a Ingemar Stenmark è evidente. Lo svedese è il dominatore della stagione e Alberto stravede per lui. Il signor Franco, però, non lo assilla, non stimola la sua ambizione. Vuole dargli un’opportunità, farlo crescere in un ambiente sano e poi quello che sarà sarà.

Alberto cresce e sugli Appennini è già una piccola speranza ben conosciuta. Il presidente del suo sci club, il CAI Modena, è convinto che il ragazzo abbia i numeri. Insiste con la Federazione per farlo mettere sotto osservazione e tenerlo in considerazione per le squadre nazionali. Figuriamoci. È un moccioso di Bologna. Non ha i punti sufficienti per entrare nel giro giusto. Alberto Marchi, che tutti conoscono come «Paletta», da presidente del club lo iscrive ad alcune gare in Austria e Germania per fargli raccogliere qualche punto FIS. Grazie all’abetonese Gaetano Coppi, in quel periodo manager della Rossignol, riesce ad avere buoni sci. Da Giustina Demetz, convinta da Coppi, un paio di scarponi Lange da gara.

Alla fine Paletta la spunta. Il ragazzo viene aggregato alla squadra C2 dove tutti sono della stessa annata: 1966. Alla guida c’è Pier Mario Calcamuggi. Il nome del ragazzo viene aggiunto con la macchina per scrivere sotto la lettera V dell’ultimo dei giovani atleti. Tomba Alberto 1966 Sci CAI Modena. Alberto passa da Milano a recuperare giacca a vento, maglione, pantaloni, guanti e occhiali. Si veste per benino e si presenta a Brunico, il 26 giugno 1982, in giacca e cravatta. Lo aspettavano per cena, quindi per le sette di sera, ma lui è di città e l’ora di cena supera le venti. Tutti in tuta davanti a una pasta in brodo e lui in vestito blu. È arrivato il «terrone».

Il ragazzo è alto, già bello grosso, e ha le idee chiare.



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