Divorzi by Susan Taubes

Divorzi by Susan Taubes

autore:Susan Taubes [Taubes, Susan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2023-01-26T13:08:52+00:00


Risveglio con Ezra in un piccolo hotel sulla rive gauche; le tendine abbassate. Un’altra volta a Parigi? Nel momento della morte dicono che si riviva tutta la vita. Una valigia svuotata, le cose di Ezra gettate sul letto, sopra di lei. Lui cammina e sproloquia. «Ti ho salvato dal manicomio e come mi ringrazi...».

La schernisce per la sentenza di divorzio che arrotola e scuote oscenamente come un pene. «Allora, il divorzio adesso lo hai ottenuto. Adesso, allora che cosa hai ottenuto? Guardami quando ti parlo. Schweinehund. Drecksau. Guardami. Idiota, di’ qualcosa, perché non dici niente?».

Se avesse due grandi poppe e un sedere gigantesco la tratterebbe meglio? No. Sì. La maltratterebbe meglio. Più secondo il suo stile.

«Hai mancato l’occasione, per tutto il resto della vita...», le dice in tono di minaccia. Lacrime. «Ne ho abbastanza della tua emotività», continua. Nel parossismo del pianto i vocaboli tedeschi le sembrano schiocchi di frusta. Non sa se le ha tirato via il lenzuolo. La sta picchiando? E lei ridacchia, balla? Cinica, nichilista. Si contorce per il riso incontrollabile.

«Sophie, non mi lasciare così», frigna Ezra. «Sophie!».

C’è un modo per consolarlo? Non può parlare. L’acqua calda le sale fino all’altezza del mento, intorno al collo. Ezra, accidenti, non riuscirò mai a spiegartelo. Prove o non prove, penso proprio di essere morta. Smesso di respirare. Come la sera del nostro fidanzamento. No, non te lo ricorderesti; siamo molto diversi.

Fuoco e fiamme. Cinica. Nichilista. Stronza, dici. È vero; non posso farci niente, ma adesso è tutto irrilevante.

Che piacere nuotare in questa insenatura sott’acqua. Volevo tanto essere una sirena. Desideri esauditi nella morte. Se adesso si trovasse un sirenetto...

Arrivano visite? Vedo un piede scalciare in scarpa nera. Ezra? Altro che sorpresa, questa. Fino alla fine del mondo sì, ma nelle profondità del mare no. Avrà pure i suoi limiti. Cravatta nera svolazzante. Chissà chi sarà. Comunque, non c’è da preoccuparsi di cosa mettere. Basta avvolgere la coda intorno allo scoglio e sedersi con grazia. È Nicholas, quello che batte i piedi e agita le braccia.

«Vieni, aggrappati a questa roccia così non vieni trascinato via». Siede a gambe incrociate incastrato nella vasca, i capelli scompigliati dalla corrente, strano da vedere – cerco di non ridere. Comincia a declamare in greco. È troppo.

«Non sapevo che i morti ridessero», osserva lui risentito. La mia ilarità non lo impressiona; ha un permesso speciale per inabissarsi; si lamenta dell’indecenza della mia morte. «...Ho trovato il tuo nome negli Accidents de Route. Perché almeno non sei morta affogandoti? La tua vita non era abbastanza infelice? Durante i quindici anni in cui sei stata insensatamente sposata con Ezra non potevi trovare un momento opportuno...».

«Non c’è abbastanza acqua sotto il Pont de Sèvres».

«C’è chi ci riesce».

«Non capisci niente della vita delle donne».

«Non accetterai mai che sei una finzione?».

«È questo che sei venuto a dirmi?».

«Con quella coda da pesce sei ridicola. Credevo che venissi al mio concerto. Ti ho scritto che suonavo a Varsavia». Guarda l’orologio. «Comincia tra due minuti. Va bene, lasciamoli aspettare». Ride con aria diabolica. «Hitler faceva aspettare la folla almeno quaranta minuti.



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