Domani, domani by Francesca Giannone

Domani, domani by Francesca Giannone

autore:Francesca Giannone [Giannone, Francesca]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Casa Editrice Nord
pubblicato: 2024-05-27T22:00:00+00:00


Agnese non ci era mai stata, in una balera. Ne aveva sentito parlare in fabbrica, dai giovani operai che ci andavano ogni sabato sera, e qualche volta pure di domenica pomeriggio. Le avevano raccontato che si trovava all’interno del Circolo Cooperativo, l’edificio grigio sul lungomare.

Tenendola per mano, Giorgio la trascinò dentro. Lei entrò, timorosa, e venne come travolta dalla musica ad altissimo volume e dalla folla di ragazzi che ballavano scatenati sulle note del Saint Tropez twist. Mentre avanzava nella sala, stringendo la mano di Giorgio, Agnese osservava rapita il movimento che tutti, ma proprio tutti, stavano facendo. Era un’oscillazione delle gambe, prima a destra e poi a sinistra, che faceva spostare il peso del corpo da un piede all’altro.

Giorgio ridacchiò. «Vieni, sediamoci un po’, prima, e stiamo a guardare», le disse per rassicurarla, dirigendosi verso la fila di sedie addossate al muro.

«Ma che ballo è, questo?» domandò lei, alzando la voce per farsi sentire.

«Non lo conosci? Per davvero? È il twist!»

Agnese tornò a fissare i ballerini, allungando il collo per vedere se c’era qualche operaio della fabbrica. «Ma tu... lo hai già ballato?» domandò poi a Giorgio.

Lui allungò il braccio sullo schienale della sedia di lei. «Qualche volta, sì. Ci vuoi provare?»

Agnese intrecciò le mani e scosse rapida la testa. «Non ancora», ribatté.

Restarono seduti per un paio di canzoni, mentre Giorgio batteva il tempo col piede e ondeggiava il busto, dando di tanto in tanto una piccola gomitata ad Agnese, come a dirle: Dai, su! Lo vedi che è divertente?

Però, quando il complessino attaccò Il tuo bacio è come un rock, Giorgio si alzò di scatto, tirò Agnese per la mano e la portò in pista. «Questa non si può non ballare!» esclamò.

Sulle prime, Agnese rimase immobile a fissare Giorgio: anche lui, come tutti gli altri, faceva quel movimento oscillante con la massima disinvoltura. Tutti tranne me, pensava. Ma poi lui le cinse la vita e la costrinse a muoversi. Agnese sorrise e alla fine, contagiata dal buonumore di lui, si decise a provare. E così, mentre il cantante diceva che ogni bacio ne valeva tre, Agnese ballò dapprima imitando i passi di Giorgio, poi si fece trascinare dalla musica, si lasciò andare completamente, e cominciò ad agitarsi seguendo il ritmo che pareva a lei.

«E meno male che non avevi mai ballato!» le gridò Giorgio all’orecchio. «Guardati, sei bravissima!»

Lei rise di cuore, e nell’istante in cui arrivò il ritornello, in cui il bacio diventava un rock, Giorgio le sfilò l’elastico dai capelli, che si sciolsero in una cascata di ricci, le prese il viso tra le mani e, finalmente, la baciò.

Fu un bacio dolcissimo, che continuò anche quando la musica finì, sostituita da un vociare chiassoso, cadenzato da risate e da tintinnii di bicchieri.

Quando le labbra calde e morbide di Giorgio si staccarono dalle sue, e lui posò la fronte su quella di lei, Agnese ebbe un capogiro, come se fosse appena scesa da una giostra che girava vorticosamente.

«La mia capelli pazzi», sussurrò lui, con le labbra macchiate di rossetto.



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