Donna Folgore. Ediz. per ipovedenti by Giovanni Faldella

Donna Folgore. Ediz. per ipovedenti by Giovanni Faldella

autore:Giovanni Faldella [Faldella, Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Classics
ISBN: 9788875471873
Google: xlDCPwAACAAJ
editore: Marco Valerio
pubblicato: 2012-04-13T21:14:52+00:00


* * *

Sperò un risorgimento morale nell'amore della patria, nella passione politica della libertà.

Il partito avanzato di Torino fremeva sdegni per l'andata del Gran Re d'Italia a Vienna, e per le concessioni governative al Vaticano nelle nomine dei vescovi intransigenti. Pareva che dalle carceri sepolcrali dello Spilberg e di Gradisca, dalle forche di Belfiore e dal rogo di Campo dei fiori sorgessero i martiri a squadrare le forche all'indirizzo della consorteria e della Regia cointeressata che sfruttava il paese coll'umiliazione.

Come in altre città del bello italo regno, si era organizzato un imponente meeting di protesta al teatro Vittorio di Torino. Il prof. Spirito Losati era in predicato quale uno dei primarii oratori. Egli ne parlò alla moglie, che lo infiammava alla più santa eloquenza; ne tacque alla amante, la quale indovinato il suo proposito, si proponeva distorgliernelo, se non con la persuasione dell'intelletto, certamente con la snervante eccitazione dei sensi.

Eppure la stessa Nerina nel passare in rassegna le eminenti potenzialità donatele da Dio, invidiava la gloria delle eroine, di quelle che il Manzoni con arguzia grave chiamava madri della patria. Avrebbe voluto essere almeno un'artista capace di tradurre un raggio di sole nella pennellata di un quadro o nel verso di un libro... Che ne poteva lei, se Dio le aveva dato soprattutto la voracità dell'aquila carnivora! E le si acuiva la rabbia di non essere divenuta madre della Patria, di non essere ascesa all'Olimpo femminile delle eroine, e di essere soltanto un'aquila, che domanda sempre carne carne umana!

Nella mattinata del giorno, in cui era indetto il comizio, ella volle un lungo convegno con lui.

Egli si recò sentendo, agitando nella testa e nel cuore una montagna di ideali da ascendere.

In questa bassa vita, che è un breve contatto di una forma materiale con l'immenso e l'infinito ideale, certamente riesce superiore e sente una brama più pura, larga ed elevata chi estende, protende il suo egoismo al prossimo, alla patria, che è una forma storica e naturale del prossimo, e si innalza nella distribuzione della libertà, che è il migliore ambiente in cui possa svolgersi l'attività di tutti.

Pertanto egli domanderà a Nerina, che lo lasci integro a quella ascensione ideale umana, la quale ridonderà pure a gioconda di lei gloria.

Ma che ascensione ideale umana!

Quando vide Nerina, che lo attendeva intronizzata, spettoracciata, sul canapè, sentì che egli omne tulit punctum, toccava il vertice della bestia umana, con il tornare su quelle montagne, tenere e solide combinate di latte e miele rappreso, premere, tastare quel giardino di Dea Pomona, entrare in quella valle di gigli e rose del Paradiso.

Gli bruciava addosso un pizzicore inestinguibile, irrefrenabile, che dava in un lago di dolcezza insuperata, dove tornava bello anche annegare, esalare l'anima per la perdizione eterna.

Era abbandonarsi, ubbidire alla maggiore, alla più forte delle leggi, alla legge di Natura.

Egli con la malinconia dell'animale, dopo il congresso, ricuperò un'apparenza di energia risolutiva; e si sciolse da Nerina, che indarno pretendeva trattenerlo ancora, e poi si profferiva di accompagnarlo al Comizio.

Egli scese sulla strada infiacchito, estereffatto, barcollante del lungo amore subìto.



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