Dracul - Edizione italiana by Dacre Stoker & J.D. Barker

Dracul - Edizione italiana by Dacre Stoker & J.D. Barker

autore:Dacre Stoker & J.D. Barker [Stoker, Dacre & Barker, J.D.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Casa Editrice Nord
pubblicato: 2019-06-19T22:00:00+00:00


OGGI

Solo.

I lupi non sono tornati e, se anche si fossero riavvicinati, Bram non li vede. È rimasto di guardia alla finestra, scrivendo febbrilmente sul diario, sperando di riuscire a documentare tutto, deciso a continuare finché ne sarà in grado.

Li sente ancora, però. I loro ululati cupi risuonano nella notte da ogni direzione, e di quando in quando la creatura dietro la porta risponde, a volte ululando a sua volta, altre volte con un grugnito di esasperazione o un inquieto strascicare di zampe. A un certo punto fiuta di nuovo gli stipiti, prima in basso, poi di lato e in cima, sopra la testa di Bram. Lui non ha idea di come ne sia capace, e cerca di non pensarci neppure.

Ora la creatura sta raspando contro il legno. Non è il rumore di un cane che gratta una superficie con le zampe, ma quello di una persona che passa le unghie sulla porta, dal pavimento allo stipite e viceversa. Bram rabbrividisce al pensiero delle schegge che si spezzano sotto quelle unghie, ma la creatura graffia ancora più forte, insensibile al dolore. Tutto questo si ripete più volte. Quando il raspare cessa, nella stanza cala il silenzio.

È allora che Bram lo vede.

Un uomo solo, ritto sulla stessa roccia su cui prima ha lanciato la fiala di acqua santa. L’uomo è alto, interamente vestito di nero. I capelli lunghi e scuri gli incorniciano il viso pallido sotto un cappello a cilindro. Porta un mantello che ondeggia nell’aria della notte, svolazzandogli intorno ai piedi. Bram non riesce a vederlo in volto. L’uomo guarda a terra e le ombre gli oscurano i lineamenti. Quando volta la testa, quelle stesse ombre sembrano seguire i contorni del suo viso, continuando a tenerlo celato.

Bram riprende il fucile. Il semplice tocco dell’acciaio freddo lo rincuora, pur sapendo che l’arma servirà a ben poco. Chiunque sia quell’uomo, o qualunque cosa sia, non teme i proiettili.

È venuto a prenderci, Bram. Vuole me, ma ancora di più vuole te. Non siamo poi tanto diversi, tu e io: nelle vene di entrambi scorre sangue non nostro.

Stavolta a parlare è una voce maschile, sconosciuta.

Se mi lasci andare, forse lui ti risparmierà.

Bram non ha la minima intenzione di obbedirgli.

Posa il fucile e prende dal cesto le ultime due rose, le benedice e ne colloca una su ciascun davanzale.

Attratto dal movimento o forse dal gesto, l’uomo alza lo sguardo. Sulle sue labbra rosse e sottili aleggia un sogghigno. Bram intravede un biancheggiare di denti sotto quelle labbra, che gli ricordano i lupi, le loro zanne fameliche e grondanti di bava densa.

Da dietro la porta risuona di nuovo una risata di bambina.

L’uomo fissa Bram per un tempo lunghissimo, immobile come una statua, con gli occhi che scintillano al chiaro di luna. Poi alza una mano e col dito affusolato indica verso di lui.

Il braccio inizia a prudergli furiosamente. Prima vicino ai due segni di denti, poi sull’avambraccio e su fino alla spalla. Nessun altro gli aveva mai causato quella sensazione, quel prurito, tranne tata Ellen. Bram chiude



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