Due pub, tre poeti e un desiderio by Franco Buffoni

Due pub, tre poeti e un desiderio by Franco Buffoni

autore:Franco Buffoni [Buffoni, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marcos y Marcos
pubblicato: 2019-04-29T22:00:00+00:00


* “Il narcisismo striscia sempre fuori, come una serpe, pronto a pungere chiunque vi inciampi”.

NUOVE PAROLE

Nel 1892 i termini ‘bisessuale’ e ‘eterosessuale’ entrano nel lessico specialistico inglese, grazie alla traduzione della Psychopathia Sexualis dello psichiatra tedesco Richard Freiherr von Krafft-Ebing a opera di Charles Gilbert Chaddock. Mentre si dovrà attendere il 1941 per la prima attestazione del termine transessualità, e addirittura il 1957 per il termine transessuale.

Non deve stupire che la parola eterosessuale venga coniata successivamente a omosessuale. È sempre la ‘trasgressione’ che per prima necessita di definizione: poi quando l’esistenza della trasgressione è assestata, ciò che prima era norma assoluta – e quindi non doveva essere definita – necessita a sua volta di definizione.

Nel dualismo classico/romantico, per esempio, solo quando il termine romanticismo si assestò definitivamente, ci si sentì costretti a far rientrare in una categoria anche ciò che prima era l’unica letteratura concepibile e quindi non aveva bisogno di definizione.

Ma forse ancora più interessante è la riappropriazione che la comunità Lgbt+ compie nei confronti dei termini spregiativi. A parole come camp o queer – un tempo solo volgarissimi insulti – oggi si ricorre per definire categorie estetiche e filosofiche: camp è diventato persino acronimo per Campaign Against Moral Persecution. Così come ‘frocio’ in italiano smette di essere un insulto se la persona se ne appropria con orgoglio.

Ricordiamo che nel 1913 l’insulto faggot venne stampato per la prima volta in un dizionario idiomatico americano, accompagnato da questo esempio: “All faggots will be dressed in drag at the ball tonight”*. (Per la cronaca: faggots erano le fascine su cui venivano arsi vivi i ‘sodomiti’).

E finalmente nel 1938 la parola gay viene pronunciata per la prima volta al cinema con esplicito riferimento all’omosessualità, uscendo dai circoli ristretti – come quello di Byron a Cambridge – dove era in uso da più di un secolo.

Ma la trasformazione più interessante riguarda proprio la parola oggi più in voga: Pride. Che nacque genialmente nel 1967 a Los Angeles come acronimo per Personal Rights In Defense and Education. Come per altro anche l’italiano Fuori, di poco successivo, di Mieli e Pezzana, che sta per Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano.



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